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Antonio Maconi

Dal 5 all’11 luglio torna la Green Week, il più importante appuntamento nazionale dedicato alla sostenibilità: 150 relatori, 30 Fabbriche della sostenibilità e oltre 200 studenti e ricercatori attesi da tutta Italia

Nel futuro si potrà viaggiare a emissioni zero? È possibile ridurre la chimica in agricoltura? Come gestire i grandi flussi del turismo mondiale che si stanno riattivando dopo la pandemia? Il sistema moda può essere effettivamente sostenibile? Quale impatto avrà la sostenibilità sul mondo della finanza? L’architettura sta affrontando in maniera adeguata le questioni relative al risparmio energetico e all’utilizzo di nuovi materiali meno impattanti? A queste e altre domande proverà a rispondere il Festival della Green Economy, che, nell’ambito della Green Week, si terrà a Parma dal 5 all’11 luglio, manifestazione che, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e dei protocolli previsti, si svolgerà totalmente in presenza. In contemporanea, a corollario della manifestazione collocata nella città emiliana, in ben sei regioni italiane verranno aperte a oltre 150 dottorandi provenienti dalle principali Università italiane, visiteranno le oltre 30 “Fabbriche della Sostenibilità”, aziende che hanno intrapreso da anni percorsi per ridurre gli sprechi energetici.

Promosso da ItalyPost con Fondazione Symbola e il Corriere della Sera (con le sue tre testate Pianeta 2021, L’Economia e Buone Notizie), con il supporto dell’Università di Parma, del Comune di Parma, dell’Unione Parmense degli Industriali e di Parma, Io ci sto!, il Festival che si svolge anche in collaborazione con la Commissione Europea e il sostegno di LAGO Crédit Agricole in veste di main partner e della Gazzetta di Parma in qualità di media partner, invaderà il centro storico della città per ben sei giorni. Per l’edizione 2021, il Festival infatti chiamerà a Parma 150 relatori per un totale di 40 eventi.

Ai temi generali, da quelli relativi al cambiamento climatico, all’energia rinnovabile, alla rigenerazione urbana, alla moda e al turismo sostenibile, si affiancheranno tre sezioni tematiche: si tratta di 3 cicli di incontri, ognuno composto da cinque eventi dedicati ai trasporti e mobilità, filiera del food e chimica verde che si svolgeranno tra il pomeriggio di venerdì 9 luglio e per l’intera giornata di sabato 10 luglio. Ogni ciclo di convegni vedrà la partecipazione di esperti del settore, ricercatori e docenti universitari, imprenditori, esponenti delle istituzioni, allo scopo di approfondire e discutere le più interessanti questioni legate all’economia verde.

La manifestazione sarà ancora una volta l’occasione per accogliere i partecipanti al progetto Academy, curato da Goodnet: oltre 200 studenti e ricercatori, provenienti dalle università di tutta Italia e con percorsi di studio e ricerca incentrati sulla green economy, parteciperanno ai 6 giorni della manifestazione, visitando le “Fabbriche della Sostenibilità” e incontrando i grandi ospiti della Green Week.

Per scoprire il programma completo della manifestazione e registrarti agli eventi, clicca qui

Alla riscoperta del piacere della tavola. Sabato 29 e domenica 30 maggio torna WeFood: 60 Fabbriche del Gusto e 150 ricercatori e studenti da tutta Italia

Nuove aperture e molti segnali di ottimismo di una crisi che sembra finalmente superata. Certo, tutto sarà fatto con la massima prudenza e rispettando alla lettera tutt’e le norme di sicurezza, ma nel week end del 29 e 30 maggio si tornerà a visitare le Fabbriche del Gusto per la prima edizione primaverile dal vivo di WeFood. In particolare per quanto riguarda il Wine & Food di alta qualità e la ristorazione d’eccellenza, dei quali il nostro Paese costituisce da anni un punto di riferimento in ambito internazionale.

Se il settore del food, in generale, ha retto bene la crisi, quello dei prodotti di qualità rivolti soprattutto al mondo della ristorazione e delle eccellenze territoriali hanno pesantemente sofferto la crisi. Proprio sostenere questo settore e far riscoprire prodotti di altissima qualità in questo momento di riapertura è l’obiettivo dichiarato della speciale edizione primaverile di WeFood, la manifestazione che ogni anno apre al pubblico le porte delle “Fabbriche del Gusto”. Assieme a partner come Berto’s e Lattebusche, PromoTurismo FVG e Movimento Turismo del Vino FVG, Sabato 29 e domenica 30 maggio sarà possibile visitare 60 tra le migliori cantine, distillerie, produzioni di birre artigianali, caseifici, salumifici, laboratori di cioccolato e dolci tipici, produttori di paste alimentari e di farine sparse per i territori coinvolti. Protagonisti anche di quest’edizione primaverile 150 ricercatori e studenti universitari provenienti dagli atenei di tutta Italia che parteciperanno ai tour guidati del progetto Academy. 

Dopo l’edizione digitale del 26 e 28 marzo scorso, WeFood torna in presenza con un’edizione primaverile che vedrà svolgersi visite guidate, laboratori, showcooking e degustazioni, che permetteranno ad un vasto pubblico, limitato negli accessi da stringenti misure di sicurezza, di cogliere i segreti delle produzioni artigianali di qualità. La scelta di realizzare gli incontri in sicurezza e in presenza manifesta la volontà di dimostrare l’efficacia delle misure messe in atto dalla filiera agroalimentare, a garanzia del rispetto delle nuove normative igienico-sanitarie.

Per prenotare le visite e vedere gli eventi digitali, è sufficiente consultare il sito www.wefood-festival.it

La manifestazione è promossa da ItalyPost, con la collaborazione delle guide enogastronomiche Venezie a Tavola ed Emilia-Romagna a Tavola. Il progetto Academy è ideato e curato da Goodnet Territori in Rete. 

Domani al Premio Galileo “Genetica e destino” con il genetista di fama internazionale Alberto Piazza

Le conoscenze sempre più approfondite sulla genetica e sull’evoluzione umana hanno una forte influenza sulla percezione che avvertiamo di noi stessi: è forte la suggestione nei nostri geni sia “scritto” il nostro destino. È da questa riflessione che prende il via il viaggio nella natura biologica, culturale e morale dell’essere umano in cui ci accompagnerà giovedì 6 maggio, alle 18.30, Alberto Piazza, genetista di fama internazionale, professore emerito all’Università di Torino, finalista al Premio Galileo 2021 con Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione (Codice edizioni).

Il dialogo tra Alberto Piazza e Luciano Onder, giornalista conduttore del TG5 Salute e membro della Giuria Scientifica del Premio, porterà quindi a conclusione – con una riflessione sul rapporto tra scienza, letteratura e filosofia – il tour digitale con gli autori finalisti del Premio Galileo inaugurato lo scorso 7 aprile: un calendario di cinque appuntamenti che ha visto la partecipazione, oltre ad Alberto Piazza, di Antonio Casilli autore de Schiavi del clic (Feltrinelli); Barbara Mazzolai, autrice de La natura geniale (Longanesi); Pier Paolo Di Fiore, autore de Il prezzo dell’immortalità (il Saggiatore), e Chiara Valerio, autrice de La matematica è politica (Einaudi).

L’incontro con Alberto Piazza sarà trasmesso in live streaming sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul profilo Twitter del Premio Galileo.

Alberto Piazza e la riflessione sull’identità umana, tra genetica e destino

Alberto Piazza è professore emerito di genetica umana presso l’Università di Torino. Dal 1981 al 2004 è stato visiting professor presso il dipartimento di genetica della Medical School di Stanford, in California. Nel 2009 ha fondato, e poi presieduto fino al 2017, l’ente di ricerca Human Genetics Foundation (HuGeF-Torino). Tra il 2015 e il 2018 è stato presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Dal 2015 è Presidente del Comitato di Bioetica dell’Università di Torino. Nel 1997, insieme a Luigi Luca Cavalli Sforza e Paolo Menozzi, ha pubblicato per Adelphi il fondamentale Storia e geografia dei geni umani.

Per Codice Edizioni ha pubblicato Genetica e destinoRiflessioni su identità, memoria ed evoluzione. Le sempre maggiori conoscenze che stiamo accumulando sulla genetica e sull’evoluzione umana hanno una forte influenza sulla percezione che avvertiamo di noi stessi. Un’influenza tale da richiamare un concetto potente come il destino, spesso associato a un’idea di predeterminazione scritta nei nostri geni. La realtà è però ben più complessa.

In questa raccolta di saggi, il genetista Alberto Piazza prende spunto proprio dal significato di destino per tracciare un viaggio di esplorazione della natura biologica, culturale e morale dell’essere umano, dove scienza, letteratura e filosofia si incontrano e dialogano. Muovendosi con disinvoltura tra Primo Levi e Mozart, tra Charles Darwin e Achille Campanile, Piazza ci conduce in un’appassionata e profonda riflessione sull’identità, la memoria, la morale e l’etica.

Il Premio Galileo 2021

Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana in Italia nel biennio precedente: l’opera vincitrice del Premio sarà scelta il 17 ottobre tra le 5 opere finaliste selezionate dalla Giuria Scientifica.

La Giuria Scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 19 gennaio ha selezionato i 5 volumi finalisti, è presieduta da Maria Chiara Carrozza, neopresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

A lei si affiancano, in qualità di giurati: Gabriele Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze e Tuttosalute La StampaGiovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della SeraAnna Cereseto, professore ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 RaiAnnamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche; Luciano Onder, giornalista, conduttore TG5 SaluteRoberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo, professore ordinario e direttrice Laboratorio di Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche. A completare la Giuria Scientifica la giornalista, autrice e conduttrice di Radio3Scienza Rossella Panarese, scomparsa lo scorso 1 marzo.

Le 5 opere finaliste sono ora al vaglio della Giuria degli Studenti – composta da 200 studenti universitari e dagli studenti di dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia – che sceglierà il titolo vincitore il prossimo 17 ottobre a Padova.

La matematica educa alla democrazia: domani giovedì 29 aprile, al Premio Galileo, Chiara Valerio presenta “La matematica è politica”, in dialogo con Silvia Bencivelli e Francesca Buoninconti

La matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come la democrazia, anche la matematica si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. È questo il punto di partenza de La matematica è politica saggio di Chiara Valerio – responsabile della narrativa italiana alla Marsilio con un dottorato di ricerca in calcolo delle probabilità – in lizza per il Premio Galileo 2021, giunto quest’anno alla XV edizione.

E questo sarà anche il focus dell’incontro digitale in programma giovedì 29 aprile, alle 18.30, che vedrà Chiara Valerio confrontarsi con le giornaliste scientifiche Silvia Bencivelli e Francesca Buoninconti. 

Dopo i primi tre appuntamenti con Antonio Casilli (Schiavi del clic, Feltrinelli), Barbara Mazzolai (La natura geniale, Longanesi) e Pier Paolo Di Fiore (Il prezzo dell’immortalità, il Saggiatore) il tour digitale del Premio Galileo giunge infatti con Chiara Valerio al penultimo appuntamento, prima di concludersi il 6 maggio con Alberto Piazza (Genetica e destino, Codice edizioni). Il vincitore verrà annunciato domenica 17 ottobre.

Gli incontri digitali con gli autori finalisti del Premio Galileo saranno trasmessi in live streaming sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul profilo Twitter del Premio Galileo.

Chiara Valerio: perché “la matematica è politica”

Chiara Valerio è nata a Scauri nel 1978 ed è responsabile della narrativa italiana della casa editrice Marsilio. Lavora a Rai Radio3 e collabora con «L’Espresso» e «Vanity Fair». Ha studiato e insegnato matematica per molti anni e ha un dottorato di ricerca in calcolo delle probabilità. Tra le sue pubblicazioni: A complicare le cose (Robin, 2003), La gioia piccola d’esser quasi salvi (nottetempo, 2009), Spiaggia libera tutti (Laterza, 2012). Per nottetempo ha tradotto e curato Flush (2012), Freshwater (2013) e Tra un atto e l’altro (2015) di Virginia Woolf. Per Einaudi ha pubblicato Almanacco del giorno prima (2014), Storia umana della matematica (2016) e Il cuore non si vede (2019).

Al Premio Galileo 2021 è finalista con La matematica è politica. La matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come la democrazia si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Come la democrazia, la matematica amplia ma non nega.

Studiando matematica si capiscono molte cose sulla verità. Per esempio, che le verità sono partecipate e pertanto i principî di autorità non esistono; che le verità sono tutte assolute ma tutte transitorie perché dipendono dall’insieme di definizione e dalle condizioni al contorno. Svolgere un problema matematico è un esercizio di democrazia perché chi non accetta l’errore e non si esercita nell’intenzione di capire il mondo non riesce né a cambiarlo né a governarlo.

Il Premio Galileo 2021

Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana in Italia nel biennio precedente: l’opera vincitrice del Premio sarà scelta il 17 ottobre tra le 5 opere finaliste selezionate dalla Giuria Scientifica.

La Giuria Scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 19 gennaio ha selezionato i 5 volumi finalisti, è presieduta da Maria Chiara Carrozza, neopresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

A lei si affiancano, in qualità di giurati: Gabriele Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze e Tuttosalute La StampaGiovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della SeraAnna Cereseto, professore ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 RaiAnnamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche; Luciano Onder, giornalista, conduttore TG5 SaluteRoberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo, professore ordinario e direttrice Laboratorio di Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche. A completare la Giuria Scientifica la giornalista, autrice e conduttrice di Radio3Scienza Rossella Panarese, scomparsa lo scorso 1 marzo.

Le 5 opere finaliste sono ora al vaglio della Giuria degli Studenti – composta da 200 studenti universitari e dagli studenti di dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia – che sceglierà il titolo vincitore il prossimo 17 ottobre a Padova.

Al Premio Galileo le nuove frontiere della ricerca sul cancro con Pier Paolo Di Fiore, ricercatore AIRC tra i massimi esperti mondiali di oncologia molecolare

Combattere il cancro è possibile, ma per farlo è necessario prima comprendere come nasce e come si sviluppa: ed è proprio in un viaggio nella storia della sfida più importante della medicina moderna – in questi mesi di grande attenzione verso il covid19, è fondamentale ricordare che ogni anno in Italia si stimano 377.000 nuove diagnosi di tumore (dati 2019) – che l’oncologo di fama internazionale Pier Paolo Di Fiore ci accompagna nel suo Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo (il Saggiatore), finalista all’edizione 2021 del Premio Galileo 2021.

Giovedì 22 aprile, alle 18.30, Di Fiore –tra i fondatori dell’IFOM, ora direttore del programma di Novel Diagnostics all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e ricercatore AIRC – presenterà il suo libro con Gabriele Beccaria, giornalista scientifico e responsabile di Tuttoscienze e Tuttosalute de La Stampa, nel corso del terzo appuntamento digitale con gli autori finalisti del Premio Galileo.

Dopo i primi due incontri con Antonio Casilli (Schiavi del clic, Feltrinelli) e Barbara Mazzolai (La natura geniale, Longanesi), prosegue infatti con Pier Paolo Di Fiore il tour digitale alla scoperta della cinquina finalista del Premio Galileo 2021, che vede in lizza anche Chiara Valerio (La matematica è politica, Einaudi) e Alberto Piazza (Genetica e destino, Codice edizioni). Il vincitore verrà annunciato domenica 17 ottobre.

Gli incontri digitali con gli autori finalisti del Premio Galileo saranno trasmessi in live streaming sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul profilo Twitter del Premio Galileo.

Pier Paolo Di Fiore: la storia del cancro e come sconfiggerlo

Protagonista del terzo incontro con gli autori finalisti del Premio Galileo sarà Pier Paolo Di Fiore, autore di Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo (Il Saggiatore). Professore ordinario di Patologia generale presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del «Programma di Novel Diagnostics» dell’Istituto Europeo di Oncologia, dal 1984 al 1995 ha lavorato negli Stati Uniti presso il National Cancer Institute. È membro della European Molecular Biology Organization e dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Ha all’attivo decine di pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali, tra cui ScienceNature e Cell.

Ne Il prezzo dell’immortalitàPier Paolo Di Fiore, oncologo di fama internazionale, ci guida alla scoperta del cancro, un nemico invisibile, mostrandoci che cosa di lui abbiamo capito, in che modo lo abbiamo fatto e come stiamo riuscendo lentamente a sconfiggerlo. Dalle mutazioni cellulari agli oncogeni, dalle metastasi alle targeted drugs, dai fattori di origine delle neoplasie alle tecniche di prevenzione, dalle statistiche alle rivoluzionarie rivelazioni della scienza, quello di Di Fiore è un percorso attorno e attraverso il mondo del cancro, con l’intento di smontare ogni falso mito e illuminare ogni zona oscura. Di Fiore indaga, oltre agli sviluppi più recenti della ricerca, anche la storia sociale della malattia: una storia fatta di studiosi e dottori, di pazienti e delle loro famiglie, di dolorose sconfitte e insperati successi, di grandi intuizioni e madornali errori.

Il prezzo dell’immortalità è un’opera fondamentale sul tema più complesso della medicina contemporanea. Un racconto scientifico nel quale a prendere la parola è per la prima volta il cancro stesso, con il suo punto di vista e le sue ragioni, per mostrare che un tumore non è un caos imprevedibile, ma un programma logico che si muove secondo le leggi della biologia. E che può essere affrontato, combattuto e sconfitto.

Il Premio Galileo 2021

Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana in Italia nel biennio precedente: l’opera vincitrice del Premio sarà scelta il 17 ottobre tra le 5 opere finaliste selezionate dalla Giuria Scientifica.

La Giuria Scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 19 gennaio ha selezionato i 5 volumi finalisti, è presieduta da Maria Chiara Carrozza, neopresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

A lei si affiancano, in qualità di giurati: Gabriele Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze e Tuttosalute La StampaGiovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della SeraAnna Cereseto, professore ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 RaiAnnamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche; Luciano Onder, giornalista, conduttore TG5 SaluteRoberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo, professore ordinario e direttrice Laboratorio di Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche. A completare la Giuria Scientifica la giornalista, autrice e conduttrice di Radio3Scienza Rossella Panarese, scomparsa lo scorso 1 marzo.

Le 5 opere finaliste sono ora al vaglio della Giuria degli Studenti – composta da 200 studenti universitari e dagli studenti di dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia – che sceglierà il titolo vincitore il prossimo 17 ottobre a Padova.

Al Premio Galileo la biorobotica di Barbara Mazzolai, pioniera dei robot ispirati alle piante

La tecnologia sarà mai in grado di riprodurre la potenza nascosta e pulita del mondo vegetale? La robotica cosa può imparare da una quercia, una pianta rampicante o un polpo? Sono alcune delle domande cui dà risposta Barbara Mazzolai, biologa, associated director IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, autrice di La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il mondo, tra i cinque finalisti del Premio Galileo 2021.

Pioniera della biorobotica, inserita nella lista delle 25 scienziate internazionali più geniali del settore stilata da Robohub, Mazzolai presenterà il libro giovedì 15 aprile, alle 18.30, in dialogo con Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico del Corriere della Sera e membro della Giuria Scientifica del Premio Galileo.

Gli appuntamenti con il tour digitale – iniziato lo scorso 8 aprile con Antonio A. Casilli e il suo Schiavi del clic – proseguiranno il 22 aprile con Pier Paolo Di Fiore, autore de Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo in dialogo con Gabriele Beccaria, giornalista e coordinatore di Tuttoscienze e Tuttosalute La Stampa; seguirà Chiara Valerio il 29 aprile con La matematica è politica, in dialogo con le giornaliste scientifiche Silvia Bencivelli e Francesca Buoninconti, per concludersi il 6 maggio con Alberto Piazza, autore de Genetica e destino, in dialogo con il giornalista e conduttore TG5 Salute Luciano Onder.

Gli incontri saranno trasmessi in live streaming sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul profilo Twitter del Premio Galileo.

Alla scoperta della biorobotica con Barbara Mazzolai e La natura geniale

Protagonista del secondo incontro del tour digitale del Premio Galileo 2021 sarà La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il mondo (Longanesi) di Barbara Mazzolai, biologa con un dottorato di ricerca in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. È associated director IIT-Istituto Italiano di Tecnologia. Nel 2012 è stata coordinatrice del progetto europeo che ha dato vita al primo robot pianta al mondo, il Plantoide, capace di riprodurre il comportamento delle radici, che può essere utilizzato per il monitoraggio degli inquinanti nel suolo. Oggi è a capo del nuovo progetto, GrowBot, per la creazione di robot in grado di arrampicarsi e adattarsi all’ambiente circostante, così come fanno le piante, e che in futuro potranno essere integrati nelle smart cities. I futuri robot pianta rampicanti potranno trovare applicazione in ambito architettonico e urbanistico, per integrare e guidare sensori all’interno delle città, o per esplorazioni in ambito archeologico. Nel 2015 Robohub, la maggiore comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica, l’ha inclusa tra le 25 donne più geniali del settore. Ha ricevuto, tra gli altri, il prestigioso Premio Marisa Bellisario e, più recente, il Premio Carla Fendi.

Scritto dall’interno di uno dei laboratori scientifici più all’avanguardia del pianeta, La Natura geniale di Barbara Mazzolai racconta come la scienza sia al lavoro per carpire i segreti nascosti dalla natura e come si sta svolgendo l’incontro tra biologia e tecnologia che è destinato a riscrivere il futuro della nostra specie. Cosa hanno da insegnarci le piante? Quali dei loro segreti potrebbero aiutarci a costruire un futuro migliore e meno fosco di quello che oggi iniziamo a intravedere? La tecnologia sarà mai in grado di riprodurre la potenza nascosta e pulita del mondo vegetale? La risposta a tutte queste domande è racchiusa nel lavoro pionieristico della donna che ha inventato il primo robot della storia ispirato al mondo delle piante. Perfettamente adattate al loro habitat, le piante rappresentano un’alternativa evolutiva quasi speculare a quella del mondo animale: mentre uomini e animali si sono evoluti privilegiando caratteristiche legate al movimento e alla velocità, il mondo vegetale ha fatto della lentezza l’origine della propria resilienza. Se fino a ieri non avevamo dubbi su quale tra le due fosse la strategia di maggior successo, oggi qualche dubbio c’è, sollevato dalla crisi ecologica globale che abbiamo scatenato.

Dal suo privilegiato punto di osservazione in quanto protagonista della rivoluzione bio-tecnologica in atto, con rigore scientifico e facilità divulgativa, Barbara Mazzolai offre spunti e riflessioni illuminanti sul presente e il futuro del “pianeta azzurro”.

Premio Galileo 2021: al via mercoledì 7 aprile il tour digitale con gli autori finalisti. Primo appuntamento con Antonio Casilli

Dall’inchiesta sul nuovo capitalismo delle piattaforme al saggio che esplora la frontiera tra biologia e robotica o quello che descrive la storia del cancro delineando le sfide della ricerca per i prossimi decenni; dalla raccolta sul rapporto tra genetica e identità individuale e collettiva alla riflessione sulla matematica come disciplina per apprendere la democrazia: è un viaggio ad ampio raggio tra i migliori titoli di divulgazione scientifica e saggistica quello che il Premio Galileo propone dal 7 aprile al 6 maggio.

Un ciclo di 5 appuntamenti settimanali in digitale che permetteranno al pubblico di scoprire le cinque opere finaliste dell’edizione 2021 del Premio, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, in attesa di conoscere il titolo vincitore il prossimo 17 ottobre.

Il tour digitale si aprirà mercoledì 7 aprile, alle 18.30, con Antonio Casilli, autore di Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo? (Feltrinelli)e Massimo Cerofolini, giornalista Eta Beta Radio Rai 1 e membro della Giuria ScientificaA seguire, negli incontri successivi: il 15 aprile Barbara Mazzolai, autrice de La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta con Giovanni Caprara, giornalista ed editorialista scientifico Corriere della Sera; il 22 aprile sarà il turno di Pier Paolo Di Fiore, autore de Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo in dialogo con Gabriele Beccaria, giornalista e coordinatore di Tuttoscienze e Tuttosalute La Stampa. Il tour proseguirà il 29 aprile con Chiara Valerio, autrice de La matematica è politica, in dialogo con le giornaliste scientifiche Silvia Bencivelli e Francesca Buoninconti, per concludersi il 6 maggio con Alberto Piazza, autore de Genetica e destino, in dialogo con il giornalista e conduttore TG5 Salute Luciano Onder.

Gli incontri saranno trasmessi in live streaming sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul profilo Twitter del Premio Galileo.

“Schiavi del clic”: Antonio Casilli e l’inchiesta rivoluzionaria sul capitalismo delle piattaforme

Protagonista del primo incontro del tour digitale del Premio Galileo sarà Antonio Casilli con Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo? (Feltrinelli). Di origine napoletana, Casilli è sociologo, ricercatore associato alla École des hautes études en sciences sociales e professore della più prestigiosa scuola di ingegneria delle telecomunicazioni di Francia, l’Università Télécom Paris.

Schiavi del clic è un’opera rivoluzionaria che esplora l’idea secondo cui l’intelligenza artificiale sostituirà gli uomini, dimostrando come sia, in realtà, del tutto infondata. La vera trasformazione in atto non è infatti la scomparsa del lavoro, bensì la sua digitalizzazione. Con quest’inchiesta sul nuovo capitalismo delle piattaforme, Antonio Casilli getta luce sulla manodopera dell’economia contemporanea: centinaia di migliaia di schiavi del clic vengono reclutati in Asia, Africa e America Latina per leggere e filtrare commenti, classificare le informazioni e aiutare gli algoritmi ad apprendere. È una rivoluzione che ci riguarda da vicino perché trasfigura il lavoro in un gesto semplice, frammentario e pagato sempre meno o, perfino nulla, quando a compierlo sono i consumatori inconsapevoli. Casilli esplora le strategie e le regole del nuovo taylorismo, nel quale Amazon, Facebook, Uber e Google sono gli attori principali, grazie alla capacità di sfruttare i propri utenti inducendo gesti produttivi non remunerati. La posta in gioco della nostra epoca è la lotta per il riconoscimento del lavoro di chi fa funzionare le macchine senza diritti e, spesso, senza consapevolezza. Siamo tutti lavoratori digitali e abbiamo bisogno di una nuova coscienza di classe.

Il Premio Galileo 2021

Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana in Italia nel biennio precedente: l’opera vincitrice del Premio sarà scelta il 17 ottobre tra le 5 opere finaliste selezionate dalla Giuria Scientifica.

La Giuria Scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 19 gennaio ha selezionato i 5 volumi finalisti, è presieduta da Maria Chiara Carrozza, ex ministro, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

A lei si affiancano, in qualità di giurati: Gabriele Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze e Tuttosalute La StampaGiovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della SeraAnna Cereseto, professore ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 RaiAnnamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche; Luciano Onder, giornalista, conduttore TG5 SaluteRoberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo, professore ordinario e direttrice Laboratorio di Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche. A completare la Giuria Scientifica la giornalista, autrice e conduttrice di Radio3Scienza Rossella Panarese, scomparsa lo scorso 1 marzo.

Le 5 opere finaliste sono ora al vaglio della Giuria degli Studenti – composta da 200 studenti universitari e dagli studenti di dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia – che sceglierà il titolo vincitore il prossimo 17 ottobre a Padova.

Premio Galileo: i vincitori delle passate edizioni

Qui di seguito i vincitori delle precedenti edizioni del Premio:

  • 2007 / Francesco e Luigi Luca Cavalli Sforza, Perché la Scienza?
  • 2008 / Andrea Frova, Se l’uomo avesse le ali
  • 2009 / Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, Energia per l’astronave terra
  • 2010 / Rino Ruppoli e Lisa Vozza, I vaccini dell’era globale
  • 2011 / Piergiogio Odifreddi, C’è spazio per tutti. Il grande racconto della geometria
  • 2012 / Alex Bellos, Il meraviglioso mondo dei numeri
  • 2013 / Sergio Pistoi, Il DNA incontra Facebook. Viaggio nel supermarket della genetica
  • 2014 / Frans de Waal, Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità fra i primati
  • 2015 / Carlo Rovelli, La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose
  • 2016 / Paolo Gallina, L’anima delle macchine. Tecnodestino, dipendenza tecnologica e uomo virtuale
  • 2017 / Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose
  • 2018 / Stefano Mancuso, Plant revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro
  • 2019 / Cristina Cattaneo, Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo
  • 2020 / Giulio Cossu, La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse

Credits

Il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica è promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura ed è l’evento principale di Galileo-Settimana della Scienza e dell’Innovazione, realizzata con l’Università degli Studi di Padova e ItalyPost

Operazione fabbriche aperte: «Imprese vicine al territorio»

di Maria Elena Zanini / Corriere della Sera

L’appuntamento dal vivo è per il 29 novembre, ma ieri, con l’evento Open Factory Lab, c’è stata una anticipazione dell’evento di cultura industriale e manifatturiera, organizzato da L’Economia e ItalyPost che coinvolge imprese e territorio, che apre le porte delle fabbriche al pubblico. «È un momento difficile, ma le imprese stanno provando a reagire — sottolinea Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost —. Per questo è importante far capire quanto sia vitale il fattore “impresa” per l’economia italiana. Ma a farlo devono essere le stesse imprese: gli imprenditori devono raccontare in prima persona il loro lavoro e il loro ruolo sociale».

Nonché il loro cambiamento verso una dimensione più sostenibile, come ha ricordato Toni Volpe, ceo di Falk Renewables. Per Gianfilippo Mancini, amministratore delegato di Sorgenia, il vantaggio straordinario che gli imprenditori italiani hanno «è lo spirito di adattamento, il trovare soluzioni di fronte a problemi nuovi: è giunto il momento in cui a queste qualità si accompagni una crescita dimensionale del mondo delle imprese».

Che le imprese italiane siano per lo più poco capitalizzate è una storia nota «e non è certo colpa della crisi sanitaria», puntualizza Luciano Colombini, alla guida di Banca Ifis. «Se vogliamo trovare uno spunto di miglioramento dalla crisi, è nel senso di una miglior predisposizione delle pmi a fare sistema per crescere e competere sui mercati globali. Noi, anche in questo, siamo pronti a supportare gli imprenditori». Anche nella crescita digitale. Come dice Daniele Lago, ceo e capo design della Lago spa (tra le aziende che apriranno le proprie porte in novembre), «il futuro sarà un esercizio di equilibrio tra fisico e digitale, anche per il design». Altra società che aprirà al pubblico è Labomar, guidata da Walter Bertin che durante l’emergenza ha prodotto e messo a disposizione (gratis) per le forze dell’ordine mascherine e igienizzanti. E ora si ritrova con un nuovo settore di business attivo. Apre le porte anche la Castagna Univel di AlbertoNicolini, leader nella produzione di packaging alimentare con sede a pochi chilometri da Codogno, che ha garantito il confezionamento dei prodotti destinati alle nostre tavole. Le tre aziende non hanno mai smesso di investire in questi mesi: nuovi macchinari, nuovi stabilimenti, in un costante legame col territorio.

Fabbriche aperte: viaggio tra ripresa e solidarietà

di Raffaella Polato / L’Economia del Corriere della Sera, 29 giugno 2020

«Ancora fiducioso», si dirà Daniele Lago, a dispetto delle mille difficoltà attraversate con il lockdown, lo stop forzato dell’azienda, la chiusura dei negozi. «Fiducioso» perché per lui, una delle figure più originali del design italiano e perciò imprenditore simbolo del settore al di là dei volumi di fatturato (40 milioni, con 200 dipendenti), nel post Covid ci sarà ancora più spazio per una nuova idea del vivere e dell’abitare. E, dopo questa esperienza, non ha dubbi: l’intera industria del mobile saprà sfruttare al meglio la rivoluzione digitale che in questi mesi ha cambiato il modo di approcciare le cose.

Storie

Michele Moltrasio di Gabel, a sua volta uno dei brand più conosciuti del comparto cui appartiene comprende i marchi Gabel1957, Somma1867, Vallesusa, Pretti –, racconterà perché la sua azienda è considerata una «sartoria industriale», come la qualità del made in Italy permette di essere competitivi nel mondo della biancheria per la casa. Giuseppe Conti, di Saib, azienda piacentina di Caorso da 123 milioni di euro di fatturato nel 2018 racconterà come perfino sui pannelli truciolari si possa fare innovazione e qualità. E poi, ancora, Alberto Nicolini, amministratore delegato di Castagna Univel, leader nella produzione di packaging alimentare con sede a pochi chilometri da Codogno, prima zona rossa d’Italia: lui, che durante tutta la fase del lockdown ha dovuto lavorare anche il sabato e la domenica per garantire il confezionamento dei prodotti destinati alle nostre tavole, racconterà quale l’importanza abbia avuto in quel periodo difficile tenere aperta l’intera filiera produttiva dell’agroalimentare e di una serie di altri settori. E ancora: Walter Bertin, che con la trevigiana Labomar fa ricerca e produzione di integratori alimentari e dispositivi medici conto terzi (per 57 milioni di ricavi), e la cui storia è un po’ il paradigma delle tante altre che Open Factory 2020 vuole raccontare.

La storia cioè di come, nel pieno dell’emergenza, imprenditori come Bertin abbiano riconvertito parti delle loro fabbriche per produrre e mettere a disposizione gratuita delle forze dell’ordine, che ne erano sprovviste, gel igienizzanti (per esempio, nel caso specifico: in altri si è trattato di mascherine, o di camici e tute usa-e-getta per medici e infermieri). Dopodiché, la scoperta è stata che dalla linea produttiva temporanea-d’emergenza poteva nascere una produzione stabile, da aggiungere a quelle già presenti. La Labomar l’ha avviata. Oggi ha un nuovo settore di business.

Saranno questi imprenditori e queste aziende – in rappresentanza di tante altre che hanno già aderito e stanno confermando la loro partecipazione a Open Factory, l’opening di cultura industrial-manifatturiera organizzato da L’Economia e ItalyPost, in calendario quest’anno per domenica 29 novembre – che domani mattina alle 11, racconteranno in una diretta streaming trasmessa su Corriere.it perché, soprattutto in questo 2020, è importante che ogni imprenditore apra anche solo per mezza giornata le porte della sua azienda al pubblico.

Certo, in una fase come questa dedicare energie a un opening richiede sforzi, coraggio e capacità di visione. Solo i migliori imprenditori possono o riescono a esprimerli nei momenti difficili. Le aziende, tutte, si trovano a fare i conti pesanti difficoltà del mercato, con cali stimati tra il 20% e il 50% nella gran parte dei settori. A ciò si aggiungono le difficoltà tecniche, legate al rispetto delle severe norme di sicurezza che quasi tutte le imprese si sono autoimposte. Ma è proprio perché gli imprenditori hanno chiaro che per crescere, o anche solo per sopravvivere, non serve chiudersi in difesa e bisogna cercare di contrattaccare, che molti di loro stanno accettando la sfida di Open Factory: aprire per dare un segnale all’esterno, far toccare con mano che le fabbriche sono un luogo vitale e sicuro.

Questa edizione di sarà del tutto particolare e diversa da quelle degli anni scorsi, per due motivi. Il primo è che nell’epoca del Covid19 l’idea di andare dentro una fabbrica, seppur per piccoli gruppi, sembra essere contraria a una certa idea di sicurezza. Il secondo riguarda la convinzione che, in un momento di crisi, ci si debba concentrare sul lavoro. Ma è proprio per dimostrare quello che gli imprenditori non hanno smesso di raccontare – e cioè che le fabbriche sono luoghi sicuri – che aprire le porte diventa un gesto di fiducia e trasparenza nei confronti dei cittadini e della comunità.

Open Factory diventerà qualcosa di più di un momento di scoperta e socializzazione del mondo produttivo: sarà un momento di affermazione dell’importanza che le fabbriche svolgono per la vita economica e sociale. Non solo. Perché, se ad aprire saranno imprese di settori assai diversi, dalla metalmeccanica alla chimico-farmaceutica, dall’arredamento alle calzature, ci sarà una sezione speciale dedicata alle aziende che hanno contribuito alla lotta al Covid19. Chi ha fabbricato mascherine o gel, chi tamponi, chi letti di ospedale, o strumentazioni biomedicali. E chi, semplicemente, ha garantito la prosecuzione delle filiere agroalimentare o farmaceutica.

A dimostrazione che le fabbriche non servono solo a produrre lavoro e ricchezza, da redistribuire (o così dovrebbe essere) per pagare servizi pubblici, sanità, scuola, ma anche per garantire che, di fronte ad una emergenza, ci sia chi può fornirci macchinari fondamentali per garantire la nostra salute.

In 20.000 per Open Factory. Boom di visite per scoprire le fabbriche del Made in Italy

Un vero e proprio assalto alle aziende ha caratterizzato questo pomeriggio domenicale in ben sette Regioni italiane. L’occasione è stata la prima edizione nazionale di Open Factory, l’opening di turismo industriale e manifatturiero nel corso del quale 50 aziende tra le più innovative e rappresentative del proprio territorio hanno aperto – in contemporanea – le porte ai visitatori, dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, dal Piemonte alla Toscana, dal Veneto all’Emilia Romagna fino all’Umbria. Nonostante le stime iniziali facessero riferimento a un numero di presenze vicino ai 15.000 visitatori, negli ultimi giorni si è verificato un vero e proprio boom di iscrizioni che ha fatto superare ogni pronostico, dal momento che tra oggi e venerdì scorso sono state ben 20.000 le persone che si sono dedicate alla scoperta della manifattura Made in Italy. Read more