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Premio Galileo 2021: nella cinquina finalista Antonio Casilli, Pier Paolo Di Fiore, Barbara Mazzolai, Alberto Piazza e Chiara Valerio. Appuntamento il 14 maggio a Padova per la cerimonia di consegna del Premio

Si è riunita questa mattina in digitale la Giuria Scientifica del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, che ha selezionato i 5 autori che accederanno alla fase finale del Premio: Antonio Casilli, con Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo? (Feltrinelli), Pier Paolo Di Fiore con Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo (Il Saggiatore), Barbara Mazzolai con La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta (Longanesi), Alberto Piazza con Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione (Codice Edizioni), Chiara Valerio con La matematica è politica (Einaudi).

Alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio, la Giuria del Premio, presieduta da Maria Chiara Carrozza, ex ministro, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha introdotto in prima battuta i 41 libri, tra le 150 candidature, che avevano superato la prima selezione del Premio.

Nel corso dell’incontro della Giuria scientifica sono intervenuti, in qualità di giurati: Gabriele Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze Tuttosalute La StampaGiovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della Sera; Anna Cereseto, professore ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 Rai; Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche; Luciano Onder, giornalista, conduttore TG5 Salute; Rossella Panarese, giornalista, autrice e conduttrice Radio3Scienza; Roberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo, professore ordinario e direttrice Laboratorio di Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche.

«Siamo arrivati alla XV edizione del Premio letterario Galileo e oggi possiamo confermare il successo della formula sperimentata negli ultimi anni con l’Università di Padova e ItalyPost – ha commentato l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. L’edizione 2021 del Premio continua questo percorso, puntando ad ampliare ulteriormente la caratura nazionale di un Premio che ha la capacità di cogliere i processi più emblematici del nostro presente. La scelta della cinquina di quest’anno è un’ulteriore dimostrazione dell’importanza di promuovere la divulgazione scientifica e per questo esprimo il mio ringraziamento a tutti i membri della Giuria» ha concluso l’Assessore.

Il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica entra ora nella fase finale: le 5 opere saranno esaminate congiuntamente dalla Giuria degli Studenti – composta da 200 studenti universitari e dagli studenti di dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia. La cerimonia di consegna del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica si terrà venerdì 14 maggio a Padova. Il giorno precedente – giovedì 13 maggio – i 5 autori finalisti presenteranno al pubblico le opere in concorso.

Il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica è promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura.

La cinquina finalista: autori e opere

Antonio Casilli, Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo? (Feltrinelli)
L’autore. Antonio A. Casilli, sociologo, è professore all’università Télécom Paris e ricercatore associato alla École des hautes études en sciences sociales.
L’opera. Le profezie sulla “fine del lavoro” risalgono all’alba della civiltà industriale. Anche oggi c’è un’opinione diffusa sulla rivoluzione tecnologica, ed è che l’intelligenza artificiale sostituirà gli uomini, cancellando il lavoro come lo conosciamo. Un’idea del tutto infondata. Le nostre inquietudini sono un sintomo della vera trasformazione in atto: non una scomparsa del lavoro, ma la sua digitalizzazione.
Con un’inchiesta sul nuovo capitalismo delle piattaforme, Antonio Casilli getta luce sulla manodopera dell’economia contemporanea: centinaia di migliaia di schiavi del clic vengono reclutati in Asia, in Africa e in America Latina per leggere e filtrare commenti, classificare le informazioni e aiutare gli algoritmi ad apprendere. È una rivoluzione che ci riguarda da vicino, molto più di quanto vorremmo vedere, perché trasfigura il lavoro in un gesto semplice, frammentario e pagato sempre meno o perfino nulla, quando a compierlo sono addirittura i consumatori. Casilli esplora le strategie e le regole del nuovo taylorismo, nel quale Amazon, Facebook, Uber e Google sono gli attori principali grazie alla capacità di sfruttare i propri utenti inducendo gesti produttivi non remunerati. Servono tutti gli strumenti della sociologia e della scienza politica, del diritto e dell’informatica per smascherare le logiche economiche della società plasmata dalle piattaforme digitali. Per la prima volta, con questo libro riusciamo a immaginarne il superamento: la posta in gioco della nostra epoca è la lotta per il riconoscimento del lavoro di chi fa funzionare le macchine senza diritti e, spesso, senza consapevolezza. Siamo tutti lavoratori digitali e abbiamo bisogno di una nuova coscienza di classe.

Pier Paolo Di Fiore con Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo (Il Saggiatore)
L’autore. Pier Paolo Di Fiore (1958) è professore ordinario di Patologia generale presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del «Programma di Novel Diagnostics» dell’Istituto Europeo di Oncologia. Dal 1984 al 1995 ha lavorato negli Stati Uniti presso il National Cancer Institute. È membro della European Molecular Biology Organization e dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Ha all’attivo decine di pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali, tra cui Science, Nature e Cell.
L’opera. Tutto comincia da una singola cellula. Una sola, tra migliaia di miliardi. Una cellula che si divide in due cellule uguali, e poi lo fa ancora, e ancora, e ancora, dieci, cento, mille, un milione di volte; una proliferazione che procede impetuosa e senza freni, seguendo la spinta all’immortalità iscritta nei geni. Una corsa paradossale, che porta la cellula a moltiplicarsi fino al punto di pagarne essa stessa il prezzo, uccidendo il corpo ospitante e scomparendo quindi assieme a lui.
Questa storia descrive la nascita e l’evoluzione di un tumore; conoscerla e comprenderla in ogni suo aspetto è l’unico modo che abbiamo per vincere la battaglia contro il cancro. Pier Paolo Di Fiore, oncologo di fama internazionale, ci guida alla scoperta di questo nemico invisibile, mostrandoci che cosa di lui abbiamo capito, in che modo lo abbiamo fatto e come stiamo riuscendo lentamente a sconfiggerlo. Dalle mutazioni cellulari agli oncogeni, dalle metastasi alle targeted drugs, dai fattori di origine delle neoplasie alle tecniche di prevenzione, dalle statistiche alle rivoluzionarie rivelazioni della scienza, quello di Di Fiore è un percorso attorno e attraverso il mondo del cancro, con l’intento di smontare ogni falso mito e illuminare ogni zona oscura. Di Fiore indaga, oltre agli sviluppi più recenti della ricerca, anche la storia sociale della malattia: una storia fatta di studiosi e dottori, di pazienti e delle loro famiglie, di dolorose sconfitte e insperati successi, di grandi intuizioni e madornali errori.
Il prezzo dell’immortalità è un’opera fondamentale sul tema più complesso della medicina contemporanea. Un racconto scientifico nel quale a prendere la parola è per la prima volta il cancro stesso, con il suo punto di vista e le sue ragioni, per mostrare che un tumore non è un caos imprevedibile, ma un programma logico che si muove secondo le leggi della biologia. E che può essere affrontato, combattuto e sconfitto.

Barbara Mazzolai con La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta (Longanesi)
L’autrice. Biologa con un Dottorato di ricerca in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dirige il Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera (Pisa). Nel 2012 è stata coordinatrice del progetto europeo che ha dato vita al primo robot pianta al mondo, il Plantoide, capace di riprodurre il comportamento delle radici, che può essere utilizzato per il monitoraggio degli inquinanti nel suolo. Oggi è a capo del nuovo progetto, GrowBot, per la creazione di robot in grado di arrampicarsi e adattarsi all’ambiente circostante, così come fanno le piante, e che in futuro potranno essere integrati nelle smart cities. I futuri robot pianta rampicanti potranno trovare applicazione in ambito architettonico e urbanistico, per integrare e guidare sensori all’interno delle città, o per esplorazioni in ambito archeologico. Nel 2015 Robohub, la maggiore comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica, l’ha inclusa tra le 25 donne più geniali del settore. Ha ricevuto, tra gli altri, il prestigioso Premio Marisa Bellisario e, più recente, il Premio Carla Fendi.
L’opera. Scritto dall’interno di uno dei laboratori scientifici più all’avanguardia del pianeta, La Natura geniale di Barbara Mazzolai racconta come la scienza sia al lavoro per carpire i segreti nascosti dalla natura e come si sta svolgendo l’incontro tra biologia e tecnologia che è destinato a riscrivere il futuro della nostra specie.
Cosa hanno da insegnarci le piante? Quali dei loro segreti potrebbero aiutarci a costruire un futuro migliore e meno fosco di quello che oggi iniziamo a intravedere? La tecnologia sarà mai in grado di riprodurre la potenza nascosta e pulita del mondo vegetale? La risposta a tutte queste domande è racchiusa nel lavoro pionieristico della donna che ha inventato il primo robot della storia ispirato al mondo delle piante. Perfettamente adattate al loro habitat, le piante rappresentano un’alternativa evolutiva quasi speculare a quella del mondo animale: mentre uomini e animali si sono evoluti privilegiando caratteristiche legate al movimento e alla velocità, il mondo vegetale ha fatto della lentezza l’origine della propria resilienza. Se fino a ieri non avevamo dubbi su quale tra le due fosse la strategia di maggior successo, oggi qualche dubbio c’è, sollevato dalla crisi ecologica globale che abbiamo scatenato.
Dal suo privilegiato punto di osservazione in quanto protagonista della rivoluzione bio-tecnologica in atto, con rigore scientifico e facilità divulgativa, Barbara Mazzolai offre spunti e riflessioni illuminanti sul presente e il futuro del “pianeta azzurro”.

Alberto Piazza con Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione (Codice Edizioni)
L’autore. E’ professore emerito di genetica umana presso l’Università di Torino. Nel 1997, insieme a Luigi Luca Cavalli Sforza e Paolo Menozzi, ha pubblicato per Adelphi il fondamentale Storia e geografia dei geni umani.
L’opera. Le sempre maggiori conoscenze che stiamo accumulando sulla genetica e sull’evoluzione umana hanno una forte influenza sulla percezione che avvertiamo di noi stessi. Un’influenza tale da richiamare un concetto potente come il destino, spesso associato a un’idea di predeterminazione scritta nei nostri geni. La realtà è però ben più complessa. In questa raccolta di saggi, il genetista Alberto Piazza prende spunto proprio dal significato di destino per tracciare un viaggio di esplorazione della natura biologica, culturale e morale dell’essere umano, dove scienza, letteratura e filosofia si incontrano e dialogano. Muovendosi con disinvoltura tra Primo Levi e Mozart, tra Charles Darwin e Achille Campanile, Piazza ci conduce in un’appassionata e profonda riflessione sull’identità, la memoria, la morale e l’etica.

Chiara Valerio con La matematica è politica (Einaudi).
L’autrice. Chiara Valerio, nata a Scauri nel 1978, è responsabile della narrativa italiana della casa editrice Marsilio e lavora a Rai Radio3. Collabora con «L’Espresso» e «Vanity Fair». Ha studiato e insegnato matematica per molti anni e ha un dottorato di ricerca in calcolo delle probabilità. Tra le sue pubblicazioni: A complicare le cose (Robin, 2003), La gioia piccola d’esser quasi salvi (nottetempo, 2009), Spiaggia libera tutti (Laterza, 2012). Per nottetempo ha tradotto e curato Flush (2012), Freshwater (2013) e Tra un atto e l’altro (2015) di Virginia Woolf. Per Einaudi ha pubblicato Almanacco del giorno prima (2014), Storia umana della matematica (2016) e Il cuore non si vede (2019).
L’opera. La matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come la democrazia si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Come la democrazia, la matematica amplia ma non nega. Studiando matematica si capiscono molte cose sulla verità. Per esempio che le verità sono partecipate e pertanto i principî di autorità non esistono; che le verità sono tutte assolute ma tutte transitorie perché dipendono dall’insieme di definizione e dalle condizioni al contorno. Svolgere un problema matematico è un esercizio di democrazia perché chi non accetta l’errore e non si esercita nell’intenzione di capire il mondo non riesce né a cambiarlo né a governarlo.
Chiara Valerio tesse in un pamphlet polemico un parallelo tra matematica e democrazia, due aree che non subiscono la dittatura dell’urgenza.

La Settimana della Scienza e Innovazione
Il Premio Galileo fino al 2017 si svolgeva in contemporanea con il Galileo Festival, manifestazione dedicata all’innovazione che negli anni ha portato a Padova ospiti come il Premio Nobel per la Fisica Andre K. Geim, Alberto Sangiovanni Vincentelli dell’Università di Berkeley o Viktor Mayer-Schönberger dell’Università di Oxford. A partire dall’edizione 2018 i due eventi hanno creato una sinergia che si è rivelata fondamentale per proporre un upgrade del Premio e dargli un pubblico più vasto, e a partire dall’edizione 2019, la collaborazione è diventata ancora più speciale: anche quest’anno il Premio sarà l’evento di punta di Galileo-Settimana della Scienza e Innovazione, ricco calendario di eventi in programma dal 10 al 16 maggio 2021.

I vincitori delle precedenti edizioni
Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana nel biennio precedente. Nelle scorse edizioni si sono succeduti come presidenti della Giuria Umberto Veronesi, Carlo Rubbia, Margherita Hack, Elena Cattaneo, Paolo Rossi, Mario Tozzi, Piergiorgio Odifreddi, Paco Lanciano, Nicoletta Maraschio, Vittorino Andreoli, Paolo Crepet, Dario Bressanini, Sandra Savaglio, Alberto Mantovani.

Qui di seguito i vincitori delle precedenti edizioni del Premio:

  • 2007 / Francesco e Luigi Luca Cavalli Sforza, Perché la Scienza?
  • 2008 / Andrea Frova, Se l’uomo avesse le ali
  • 2009 / Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, Energia per l’astronave terra
  • 2010 / Rino Ruppoli e Lisa Vozza, I vaccini dell’era globale
  • 2011 / Piergiogio Odifreddi, C’è spazio per tutti. Il grande racconto della geometria
  • 2012 / Alex Bellos, Il meraviglioso mondo dei numeri
  • 2013 / Sergio Pistoi, Il DNA incontra Facebook. Viaggio nel supermarket della genetica
  • 2014 / Frans de Waal, Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità fra i primati
  • 2015 / Carlo RovelliLa realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose
  • 2016 / Paolo Gallina, L’anima delle macchine. Tecnodestino, dipendenza tecnologica e uomo virtuale
  • 2017 / Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose
  • 2018 / Stefano Mancuso, Plant revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro
  • 2019 / Cristina Cattaneo, Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo
  • 2020 / Giulio Cossu, La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse

A caccia dei migliori libri che raccontano la scienza: riparte il Premio Galileo. Arrivano cinque ricercatori nella giuria ed è pronto al via il concorso speciale per le scuole

di Francesco Rigatelli / Tuttoscienze de La Stampa

Riparte il Premio letterario Galileo, che da 15 anni seleziona i migliori libri di divulgazione scientifica dell’ultimo biennio e che è diventato, nel suo settore, l’evento numero 1 in Italia. La lista per il 2021 contiene 150 titoli candidati di 72 case editrici, tra cui la giuria selezionerà cinque fortunati finalisti. Il Premio Galileo verrà poi assegnato il 14 maggio a Padova.

«Tutto quello che è accaduto in questi mesi ha dimostrato che abbiamo bisogno di divulgazione scientifica – spiega la nuova presidente di giuria Maria Chiara Carrozza, docente di Bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa -, perché la comprensione della scienza aiuta a prendere scelte consapevoli. Le amministrazioni locali e le università devono promuovere proprio questo con l’obiettivo di stimolare il coinvolgimento di tutti».

Della giuria fanno parte anche Gabriele Beccaria de «La Stampa», Giovanni Caprara del «Corriere della Sera», Massimo Cerofolini di «Radio 1», Luciano Onder del «Tg5» e Rossella Panarese di «Radio 3». Novità dell’edizione 2021 è il coinvolgimento anche di cinque scienziati: Anna Cereseto, professore ordinario di Biologia molecolare all’Università di Trento; Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia all’Università di Napoli; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria al Politecnico di Milano; Roberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia all’Università di Padova; e Sahra Talamo, professore ordinario di Chimica all’Università di Bologna.

Una conferma di quest’edizione, invece, è il tour di presentazione, che tra febbraio e aprile porterà i cinque finalisti a parlare delle proprie opere in quattro città diverse. In programma, nel caso non si potessero tenere gli incontri, anche cinque appuntamenti in digitale. E confermato è anche il Concorso scuole sul tema «La scienza intorno a noi. Raccontiamo il valore della ricerca». Le classi o i gruppi di studenti italiani che intendono partecipare dovranno presentare un progetto che si inscriva in una delle seguenti categorie: sezione «Testo Scritto» (racconti, testo giornalistico o saggio breve), sezione «Elaborato Artistico» (fumetto, graphic story, manifesto o campagna pubblicitaria), sezione «Multimediale» (video, installazione o esperimento scientifico dal vivo). Le 10 scuole selezionate parteciperanno alla cerimonia di consegna del Concorso Scuole, che si svolgerà il 14 maggio a Padova e saranno, inoltre, protagoniste della giuria esterna che deciderà il libro vincitore del Premio Galileo.

Il libro vincitore, infatti, verrà scelto tra la cinquina finalista dalla giuria esterna, composta da 200 studenti universitari di tutta Italia che si sono candidati come giurati e dalle 10 scuole selezionate per la fase finale del Concorso Scuole.

Per il Premio Galileo 150 titoli in gara. «C’è bisogno di capire la scienza»

di N.M.I., Il Mattino di Padova
Come ogni gennaio, riparte da Padova il premio letterario Galileo dedicato alla divulgazione scientifica, con quest’anno una motivazione in più, segnalata con forza nella conferenza stampa inaugurale sia della presidente della Giuria, l’ex ministro e docente di Bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Maria Chiara Carrozza, sia dal rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto. La crisi pandemica ha evidenziato un bisogno di scienza vera, ma anche un bisogno di conoscenza vera di ciò che la scienza è. Perché -secondo Maria Chiara Carrozza- pendere dalle labbra degli scienziati non è l’atteggiamento giusto. Per fare scelte consapevoli bisogna capire quello che gli scienziati dicono, non aspettare il loro responso finale e per fare questo bisogna accentuare il ruolo della divulgazione: «Credo più nella spiegazione» dice l’ex ministro «che nella coercizione». E in questo i quindici anni di vita del Premio Galileo aiutano. «La scienza è l’unico ancoraggio certo che abbiamo per affrontare la pandemia in corso» le parole del rettore Rizzuto «e proprio per questo la divulgazione scientifica è sentita oggi da tutti come centrale per formare una coscienza scientifica collettiva. È urgente farlo e avere già una manifestazione come questa in campo è un aiuto essenziale». Per il mondo scientifico ma non solo. Soprattutto per i cittadini che vogliono fare scelte ragionate. Del resto «quando il Premio Galileo è partito, la divulgazione scientifica in Italia» ricorda all’assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio «era estremamente sottovalutata, al contrario di quanto avveniva nei paesi anglosassoni, all’edizione in corso invece partecipano 150 libri di 72 editori ed è un grande segno di crescita». Fra questi 150 libri in gara martedì prossimo la giuria tecnica, composta da cinque docenti di cinque diverse Università italiane e cinque giornalisti specializzati in divulgazione scientifica, sceglierà la cinquina di finalisti. Mentre a indicare il vincitore finale sarà come al solito una giuria esterna di duecento studenti, anche quest’anno scelti tra gli universitari che chiederanno di partecipare. Negli anni il Galileo ha premiato la vecchia guardia della divulgazione scientifica italiana e internazionale, da Frans de Waal a Luigi Luca Cavalli Sforza, da Andrea Frova a Piergiorgio Odifreddi, ma è anche stato capace di individuare precocemente, premiandole, le nuove star della divulgazione come Carlo Rovelli e Stefano Mancuso. È – ricorda Filiberto Zovico, fondatore ItalyPost, che organizza il Premio assieme a Comune Università di Padova – la logica opposta a quella del talk show televisivo, che riduce la scienza a chiacchiera. Il Galileo 2021 sarà consegnato, alla fine di un lungo percorso che prevede anche un tour dei cinque finalisti, il 14 maggio, si spera in presenza al centro San Gaetano di Padova che è la sua storica sede. Il tutto all’interno della Settimana della Scienza e Innovazione, ricco calendario di eventi a carattere scientifico in programma dal 10 al 16 maggio 2021.

Premio Galileo, Carrozza presidente della giuria. Il 14 maggio la cerimonia finale del concorso padovano

di Barbara Codogno / Corriere del Veneto

Torna a Padova il premio dedicato alla divulgazione scientifica: il Premio letterario Galileo, dal nome dello scienziato che all’Università di Padova ricoprì la prestigiosa cattedra di matematica e vi trascorse «li diciotto anni migliori di tutta la mia età». Giunto alla sua quindicesima edizione, quest’anno il premio vede Maria Chiara Carrozza – ex ministro, ricercatrice nei campi della bioingegneria e della robotica- quale presidente di una giuria composta da cinque giornalisti del settore: Gabriele Beccaria (Tuttoscienze e Tuttosalute La Stampa ); Giovanni Caprara, (Corriere della Sera ); Massimo Cerofolini (Eta Beta Radio 1 Rai) ; Luciano Onder (TG5 Salute ) e Rossella Panarese (Radio3Scienza ). Sono affiancati da cinque studiosi di rango internazionale: Anna Cereseto (Università di Trento), Annamaria Colao (Università Federico II di Napoli), Carmen Giordano (Politecnico di Milano), Roberto Ragazzoni (Università di Padova) e Sahra Talamo (Università di Bologna). «Straordinaria è stata l’adesione – commenta Andrea Colasio, assessore alla Cultura di Padova- sono 150 i libri selezionati, con 72 case editrici partecipanti».

Prossimo appuntamento il 19 gennaio per la presentazione della cinquina finalista selezionata dalla giuria scientifica. I vincitori saranno invece nominati il 14 maggio da una giuria popolare composta da 200 studenti universitari e da 10 scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia. «La scienza è l’unico ancoraggio certo che abbiamo per affrontare la pandemia in corso – spiega il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto- un dato di fatto che fortunatamente si sta radicando sempre più nella coscienza collettiva. Valorizzare la divulgazione scientifica e più in generale, l’importanza di una cultura della scienza, è quanto mai attuale e cruciale».

Viene confermato il tour di presentazione del Premio Galileo che, tra febbraio e aprile, porterà i cinque autori finalisti in quattro città italiane (con la sostituzione degli eventi in digitale qualora le misure di gestione dell’emergenza Covid19 non permettessero la realizzazione del tourin presenza). Il Comune di Padova conferma il «Concorso Scuole» rivolto a tutte le scuole secondarie di secondo grado per approfondire l’importanza dell’educazione scientifica, nonché di una corretta informazione e divulgazione. Il tema scelto quest’anno è «La scienza intorno a noi. Raccontiamo il valore della ricerca». Il premio è promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura ed è evento principale di Galileo-Settimana della Scienza e dell’Innovazione, realizzata con l’Università degli Studi di Padova e ItalyPost.

Premio Galileo, sono 150 i libri candidati

di Nicoletta Cozza / Il Gazzettino

LA MANIFESTAZIONE. Un record di adesioni, raddoppiate rispetto alle precedenti edizioni, con 150 libri candidati e 72 case editrici. E a capo della giuria chiamata a valutarle ci sarà un ex Ministro. Il premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica , giunto alla XV edizione, si conferma un appuntamento di grande prestigio, accresciuto ulteriormente in questo periodo in cui la pandemia sta evidenziando quanto bisogno ci sia di informazione in tale ambito. Ed è proprio da qui che ieri mattina sono partiti i relatori nel corso della diretta online per la presentazione dell’iniziativa, a cui sono intervenuti Maria Chiara Carrozza, già titolare del dicastero dell’Istruzione e oggi tra i big della ricerca mondiale nel campo della neurorobotica, l’assessore alla Cultura Andrea Colasio, il rettore Rosario Rizzuto e Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost.

L’iniziativa ha la finalità di selezionare i migliori libri di divulgazione scientifica della Scienza pubblicati nell’ultimo biennio: martedì la giuria indicherà i cinque titoli finalisti, mentre la cerimonia di premiazione si terrà il 14 maggio. La giuria scientifica sarà composta da cinque giornalisti del settore e da cinque scienziati di altrettanti Atenei: Anna Ceresto, biologo molecolare a Trento, Annamaria Colao, endocrinologo di Napoli, Carmen Giordano, bioingegneria del Politecnico di Milano, Roberto Ragazzoni, astronomo di Padova, e Sahra Talamo, direttrice del laboratorio di RadioCarbonio di Bologna.

Della giuria esterna faranno parte invece 200 studenti universitari e 10 scuole superiori di tutta Italia. Inoltre, il Comune ha confermato anche il “Concorso Scuole” rivolto a dieci secondarie: il tema scelto è “La scienza intorno a noi. Raccontiamo il valore della ricerca”. Pure quest’anno il Premio sarà l’evento-clou della rassegna Galileo-Settimana della Scienza e dell’innovazione, che proporrà un ricco calendario di eventi dal 10 al 16 maggio.

LE RIFLESSIONI. «Abbiamo già raccolto quasi 600 candidature da studenti universitari di tutta Italia che desiderano far parte della giuria esterna – ha ricordato Colasio – Centinaia di giovani che si aggiungeranno ai moltissimi altri  che parteciperanno al complesso delle iniziative del Galileo Festival. Un effetto partecipazione che si farà sentire in tutta la città in termini anche turistici e che dimostra quanto la rassegna stia crescendo. Inoltre va ribadito che quella scientifica non è letteratura di “serie B”, anzi»

«Quanto è accaduto in questi mesi ha dimostrato che abbiamo bisogno di uno sforzo maggiore di spiegazione dei fenomeni scientifici – ha sottolineato poi Maria Chiara Carrozza – perché la comprensione della Scienza aiuta a prendere decisioni consapevoli». «La Scienza – le ha fatto eco il rettore Rizzuto – è l’unico ancoraggio certo che abbiamo per affrontare la pandemia. Ed è un dato che si sta radicando sempre più nella coscienza collettiva. Ecco perché l’operazione che il Premio Galileo mette in atto, cioè di valorizzare la divulgazione e più in generale l’importanza di una cultura della scienza, è quanto mai attuale e cruciale. L’obiettivo è di avvicinare i ragazzi alla sua bellezza, raccontandola in modo semplice».

«Sia il Premio che il Festival – ha concluso Zovico – potranno contribuire a rafforzare nel Paese sia la cultura scientifica che i processi di trasferimento tecnologico».

 

Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, al via la XV edizione. Presidente della Giuria sarà Maria Chiara Carrozza

È stata presentata questa mattina, in digitale, la XV edizione del Premio letterario Galileo per la Divulgazione Scientifica. A illustrare l’edizione di quest’anno l’assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio. Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche Maria Chiara Carrozza, in qualità di presidente della Giuria Scientifica del Premio Galileo, il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto e Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost.Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana nel biennio precedente. Martedì 19 gennaio 2021, a partire da una lista di 150 titoli candidati, la Giuria Scientifica selezionerà i cinque titoli finalisti che si contenderanno il Premio Galileo nel corso della cerimonia di premiazione in programma venerdì 14 maggio 2021 a Padova.

Il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica è promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura ed è l’evento principale di Galileo-Settimana della Scienza e dell’Innovazione, realizzata con l’Università degli Studi di Padova e ItalyPost.

«Siamo arrivati alla XV edizione del Premio letterario Galileo e oggi possiamo confermare il successo della formula sperimentata negli ultimi anni con l’Università di Padova e ItalyPost – ha commentato l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. L’edizione 2021 del Premio continua questo percorso, puntando ad ampliare ulteriormente la caratura nazionale del Premio. Ne sono la prova la scelta della Presidente della Giuria scientifica, Maria Chiara Carrozza, ex ministro, tra i più affermati ricercatori a livello internazionale nei campi della bioingegneria e della robotica, dei 5 giornalisti e divulgatori scientifici – rappresentanti delle più importanti testate a livello italiano – cui si affiancano, novità di quest’anno, 5 scienziati di fama mondiale in rappresentanza di altrettanti atenei. Sono anche confermati il tour promozionale, che permetterà agli autori finalisti di presentare le proprie opere in 4 diverse città della Penisola, e il Concorso Scuola, aperto alle scuole superiori di tutta Italia. La XV edizione del Premio si appresta ad essere straordinaria, a partire dal numero eccezionale di candidature che abbiamo già raccolto, mai raggiunto nelle precedenti edizioni del Premio – pressoché raddoppiato rispetto all’edizione 2020 – che testimonia il successo e la rilevanza del Premio Galileo nel panorama della letteratura scientifica in Italia» conclude Colasio.

«Tutto quello che è accaduto in questi mesi ha dimostrato che abbiamo bisogno di divulgazione scientifica, di uno sforzo maggiore di spiegazione dei fenomeni scientifici – commenta Maria Chiara Carrozza, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi, docente di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e presidente della Giuria Scientifica del Premio Galileo 2021 -: la comprensione della scienza aiuta a prendere scelte consapevoli. Le amministrazioni locali e le università devono promuovere proprio questo con l’obiettivo di stimolare il coinvolgimento di tutti» conclude Carrozza.

«La scienza è l’unico ancoraggio certo che abbiamo per affrontare la pandemia in corso: un dato di fatto che fortunatamente si sta radicando sempre più nella coscienza collettiva – afferma il Rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto –. Ecco perché l’operazione che da sempre il Premio Galileo mette in atto, quella di valorizzare la divulgazione scientifica e più in generale l’importanza di una cultura della scienza, è quanto mai attuale e cruciale».

«Questa edizione del Premio Galileo sarà certamente una edizione “speciale” – commenta Filiberto Zovico, fondatore ItalyPost – se non altro perché ormai è divenuta chiara a tutti l’importanza di una divulgazione scientifica capace di esercitare fino in fondo, criticamente, il suo ruolo. Così come il contesto del Galileo Festival dell’Innovazione – di cui il Premio sarà, come sempre, il momento più alto – sarà l’occasione dopo un anno di svolta come quello che abbiamo passato per separare ciò che ha rappresentato una moda momentanea dai processi innovativi che incorporeremo nel nostro vivere quotidiano del futuro. Così sia il Premio che il Festival potranno contribuire a rafforzare nel Paese sia la cultura scientifica che i processi di trasferimento tecnologico».

La Giuria Scientifica

La Giuria che sceglierà i cinque libri finalisti avrà come Presidente Maria Chiara Carrozza, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Già ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca (2013-2014), è a capo di un gruppo di ricerca fondato da 40 studiosi e concentrato sui temi della robotica umanoide e sulla biomeccatronica. Con un’ampia esperienza internazionale – dal Massachusetts Institute of Technology al Collège de France, dall’Ecole Normale Supérieure di Parigi alla Waseda University di Tokyo, nel 2017 è stata inserita nella classifica Robohub delle 25 donne più influenti della robotica mondiale.

La Giuria Scientifica sarà composta, come già nelle precedenti edizioni, da cinque autorevoli giornalisti specialisti della divulgazione scientifica: Gabriele Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze Tuttosalute La Stampa; Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della Sera; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 Rai; Luciano Onder, giornalista, conduttore TG5 Salute Rossella Panarese, giornalista, autrice e conduttrice Radio3Scienza.

Novità assoluta dell’edizione 2021 del Premio Galileo è, però, il coinvolgimento di 5 scienziati italiani di fama internazionale, rappresentanti di altrettanti atenei della Penisola, che affiancheranno il lavoro della Presidente e dei 5 giornalisti. Hanno, infatti, accettato l’invito del Comune di Padova Anna Cereseto, professore ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche; Roberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo, professore ordinario e direttrice Laboratorio di Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC-Consiglio Europeo delle Ricerche.

Le case editrici

Straordinaria è stata l’adesione delle case editrici al bando dell’edizione 2021 del Premio Galileo, diffuso alla fine dell’anno scorso da parte del Comune di Padova: sono, infatti, 150 i libri candidati e ammessi alla fase di valutazione della Giuria Scientifica, con 72 case editrici partecipanti in rappresentanza sia dei grandi gruppi editoriali sia dell’editoria indipendente.

Il tour di presentazione

Altra conferma importante di quest’edizione è il tour di presentazione del Premio Galileo, che tra febbraio e aprile porterà i 5 autori finalisti a parlare delle proprie opere in quattro città diverse della Penisola, con conclusione nella città natale del Premio, Padova. In programma, inoltre – a integrazione del tour (o in sostituzione nel caso in cui le misure di gestione dell’emergenza covid19 non permettessero la realizzazione del tour promozionale) – anche 5 appuntamenti in digitale con i 5 autori finalisti e i 5 giornalisti membri della Giuria Scientifica.

Il Concorso Scuole

In occasione dell’edizione 2021 del Premio Galileo, infatti, il Comune di Padova conferma anche il “Concorso Scuole” rivolto a tutte le scuole secondarie di secondo grado italiane con l’obiettivo di approfondire l’importanza non solo di un’educazione scientifica, ma anche di una corretta informazione e divulgazione. Il tema scelto per la seconda edizione del Concorso è “La scienza intorno a noi. Raccontiamo il valore della ricerca” e ha l’obiettivo di stimolare i giovani studenti di tutta la Penisola sull’importanza che la scienza – e una corretta informazione ed educazione scientifica – riveste sia per gli individui sia per la collettività, non solo dal punto di vista dell’avanzamento culturale, ma anche dell’impatto politico, sociale ed economico.

Le classi (o i gruppi di studenti) che intendono partecipare dovranno presentare un progetto che si inscriva in una delle seguenti categorie: sezione “Testo Scritto” (racconti, testo giornalistico o saggio breve), sezione “Elaborato Artistico” (fumetto, graphic story, manifesto o campagna pubblicitaria), sezione “Multimediale” (video, installazione o esperimento scientifico dal vivo).

Le 10 scuole selezionate parteciperanno alla cerimonia di consegna del Concorso Scuole che si svolgerà venerdì 14 maggio a Padova e saranno, inoltre, protagoniste della giuria “esterna” che deciderà il libro vincitore del Premio Galileo.

La giuria esterna

Il libro vincitore, infatti, come nelle passate edizioni, verrà scelto nell’ambito della cinquina finalista dalla giuria “esterna”, composta da 200 studenti universitari di tutta Italia che si sono candidati come giurati e dalle 10 scuole secondarie di secondo grado selezionate per la fase finale del Concorso Scuole.

Gli “studenti giurati” riceveranno in formato elettronico i cinque libri finalisti da leggere e si impegneranno a partecipare alle presentazioni dei cinque finalisti di giovedì 13 maggio, e alla cerimonia di premiazione di venerdì 14 maggio, dove esprimeranno il proprio voto e decreteranno di fatto l’opera vincitrice del Premio Galileo 2020.

«Abbiamo già raccolto quasi 600 candidature da studenti universitari di tutta Italia che desiderano far parte della Giuria Esterna del Premio – aggiunge l’assessore Colasio –: centinaia di giovani che si aggiungeranno ai moltissimi altri che parteciperanno al complesso delle iniziative del Galileo Festival. Un effetto partecipazione che si farà sentire in tutta la città in termini anche turistici.

La Settimana della Scienza e Innovazione

Il Premio Galileo fino al 2017 si svolgeva in contemporanea con il Galileo Festival, manifestazione dedicata all’innovazione che negli anni ha portato a Padova ospiti come il Premio Nobel per la Fisica Andre K. Geim, Alberto Sangiovanni Vincentelli dell’Università di Berkeley o Viktor Mayer-Schönberger dell’Università di Oxford. A partire dall’edizione 2018 i due eventi hanno creato una sinergia che si è rivelata fondamentale per proporre un upgrade del Premio e dargli un pubblico più vasto, e a partire dall’edizione 2019, la collaborazione è diventata ancora più speciale: anche quest’anno il Premio sarà l’evento di punta di Galileo-Settimana della Scienza e Innovazione, ricco calendario di eventi in programma dal 10 al 16 maggio 2021.

Domenica 29 novembre è Open Factory: dalle 14.30 alle 19, l’opening digitale di cultura industriale e manifatturiera

Domenica 29 novembre sarà Open Factory, happening digitale – promosso da ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera e curato da Goodnet Territori in Rete – che permetterà di scoprire il meglio del Made in Italy in un pomeriggio durante il quale le imprese apriranno le loro porte online e un parterre di imprenditori, manager, economisti e giornalisti discuteranno dell’importanza e del futuro della manifattura italiana dopo il covid19. 

Open Factory 2020 sarà un’edizione speciale del tradizionale opening di cultura manifatturiera e industriale che da 6 anni vede le più importanti imprese del Paese aprire le porte ai visitatori: un modo per scoprire, usando le parole di Stefano Micelli, “la cultura manifatturiera italiana, capace di mixare personalizzazione del prodotto e tecnologia che rende appetibile al consumatore globale i prodotti del Made in Italy”. Open Factory 2020 avrà anche una valenza simbolica molto forte: un format sperimentale che permetterà di ascoltare i racconti e le testimonianze degli imprenditori e di capire l’importanza che le imprese hanno per il futuro del Paese.

“Negli scorsi mesi c’è stato un momento in cui sembrava che le fabbriche fossero dei luoghi non sicuri e per questo da chiudere – spiega Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost – Tale pensiero, retaggio di una cultura anti-industriale molto forte in questo Paese, poi è stato superato quando si è visto che le imprese per prime hanno cominciato a reagire, impostando sistemi di sicurezza interni alle fabbriche che le hanno rese luoghi sicuri. E’ importante che la comunità veda che le fabbriche aiutano il Paese e che anche in questi mesi difficili hanno contribuito a migliorare la situazione, non a peggiorarla”.

Domenica 29 novembre, dalle ore 14.30 alle 19, la diretta di Open Factory sarà trasmessa su www.corriere.it e sul sito www.open-factory.it, sul canale Youtube di ItalyPost, sulla pagina Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin di Open Factory. Il palinsesto completo della diretta, con la scaletta degli interventi, è disponibile sul sito www.open-factory.it. 

Le imprese partecipanti

Il percorso digitale di Open Factory 2020 inizierà a Ruspino, in provincia di Bergamo, dove la Sanpellegrino – azienda di riferimento in Italia nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche – mostrerà il percorso di imbottigliamento dell’acqua secondo i principi della gestione sostenibile e condivisa delle risorse idriche, che hanno valso all’azienda la certificazione Alliance for Water Stewardship. Sanpellegrino sarà la prima tappa di un percorso speciale, curato con Nestlé Italiana, che porterà alla scoperta di altri due stabilimenti del gruppo: da Bergamo, la diretta si sposterà a Benevento, nel cuore del territorio campano, dove nasce uno dei prodotti simbolo del made in Italy, la pizza. Per la prima volta apre le porte lo stabilimento Buitoni, recentemente trasformato in un hub internazionale. Ultima tappa del percorso speciale è a San Sisto, in provincia di Perugia, dove si potrà visitare in modalità digitale e innovativa lo stabilimento di Perugina®, eccellenza italiana, frutto dell’unione di tradizione e creatività, della qualità nella selezione degli ingredienti e della maestria e passione dei maestri del cioccolato.

Il made in Italy sarà l’indiscusso protagonista del pomeriggio di Open Factory: dal cioccolato di Perugina®, si passerà al design di Lago – emblema del design thinking con i suoi mobili dal design modulare, adatti non solo a tutte le aree della casa, ma anche a luoghi destinati alla collettività – che in occasione di Open Factory presenterà per la prima volta al pubblico il nuovo Lago Campus. A pochi chilometri da Lago, sempre in provincia di Padova, si trova anche Carraro, gruppo internazionale leader mondiale nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway e trattori specializzati, con insediamenti produttivi in Italia, India, Cina, Argentina e Brasile. In occasione di Open Factory, l’azienda presenterà in anteprima il percorso interattivo realizzato con tecnologie d’avanguardia all’interno della propria sede di Campodarsego.

Open Factory 2020 avrà un capitolo dedicato alle imprese Champion, a partire da Castagna Univel, azienda piacentina nata dall’intuizione di Achille Castagna, pioniere del converting italiano, ora leader internazionale nella creazione di soluzione di packaging e imballaggi flessibili per il settore alimentare: in occasione di Open Factory presenterà in anteprima il volume Flessibili per natura di Fiorella Girardo (Post Editori). Il percorso tra le PMI top performing italiane proseguirà con Frascold – leading player nello sviluppo, produzione e commercializzazione di compressori semi-ermetici, a pistoni e a vite, a servizio dell’industria della refrigerazione e del condizionamento dell’aria – con una tappa a Istrana (Treviso) da Labomar, specializzata nella produzione di integratori alimentari, dispositivi medici, alimenti a fini medici speciali e cosmetici per conto terzi. Tappa conclusiva alla scoperta di un’altra eccellenza della nutraceutica made in Italy, la Biosline di Ponte San Niccolò (Padova), che in occasione di Open Factory presenterà Naturalis fons, progetto editoriale immersivo nel microcosmo della natura realizzato con il fotografo Giovanni De Sandre (Silvana Editoriale).

Sostenibilità sarà il fil rouge di gran parte dei percorsi proposti dalle Open Factory 2020: dalla chimica green, con Fomet, azienda veronese che dal 1973 produce e commercializza fertilizzanti speciali e naturali per l’agricoltura professionale, alla fashion industry con G&G Service, azienda vicentina da 35 anni al servizio dei brand di lusso della moda, illustrerà come l’approccio green stia guidando le attività lungo l’intera filiera produttiva e con il coinvolgimento dei propri subfornitori. Da oltre 100 anni, l’approccio green guida le strategie imprenditoriali di Officine Mario Dorin, di Fiesoli (FI), tra i leader mondiali nel settore della refrigerazione e condizionamento a livello industriale. E’ incentrata sui principi dell’economia circolare la strategia di Saib, in provincia di Piacenza, che sin dal 1962 ha incentrato la produzione su un processo ecosostenibile basato sul riutilizzo degli scarti di lavorazione del legno vergine per realizzare pannelli truciolari.

Open Factory non è solo racconto delle storie delle aziende protagoniste, ma anche valorizzazione del ruolo che le aziende hanno per lo sviluppo dei territori e delle comunità. E’ questo il caso, ad esempio, di Zordan (Valdagno, Vicenza), benefit corporation nata nel 1965 come falegnameria e ora azienda internazionale partner per progetti di interior design di fascia alta, dai negozi monomarca ai mobili per il settore Horeca, fino alle case private. Sostenibilità della produzione, ma anche rispetto per l’ambiente e per la comunità sono i valori che guidano anche l’attività di ABS-Acciaierie Bertoli Safau, acciaieria udinese nata nel 1988 dalla fusione di Officine Bertoli e Safau, che costituisce ora la divisione steelmaking del Gruppo Danieli: a Open Factory presenterà in anteprima il nuovo laminatoio QWR, i cui lavori sono stati portati a termine nonostante il lockdown.

Gli ospiti della manifestazione

Le aziende saranno protagoniste di Open Factory non solo attraverso i tour virtuali o i video, ma anche grazie alle testimonianze degli imprenditori e manager che le guidano. Tra gli interventi in programma il pomeriggio di domenica 29 novembre, ricordiamo: Manuela Kron, direttore Corporare Affairs & Marketing Consumer Communication Gruppo Nestlé; Daniele Lago, amministratore delegato Lago; Enrico Carraro, amministratore delegato Carraro, presidente Confindustria Veneto; Alberto Nicolini, amministratore delegato Gruppo Univel;  Giuseppe Galli, amministratore delegato Frascold; Maurizio Zordan, amministratore delegato Zordan; Paolo Tramonti, amministratore delegato Biosline; Giorgio Cappellari, amministratore delegato Fomet; Walter Bertin, amministratore delegato Labomar, e Mario Dorin, presidente Officine Mario Dorin.

Ma la diretta di domenica 29 novembre sarà anche l’opportunità per discutere del futuro della manifattura italiana dopo il covid19 con una serie di brevi talk con i grandi nomi dell’economia, dell’impresa e dell’informazione. Saranno Daniele Manca, vicedirettore Corriere della Sera, e Filiberto Zovico, fondatore ItalyPost, a inaugurare l’edizione digitale di Open Factory, alle 14.30, raccontando alla conduttrice, Diana Cavalcoli del Corriere della Sera, come è nato il “viaggio nelle fabbriche ai tempi del covid19”. La vicepresidente nazionale di Confindustria Maria Cristina Piovesana ed Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, saranno invece protagonisti di un dialogo sul “Manifesto d’Assisi” e sulla necessità di un’economia a misura d’uomo.

Ad approfondire gli scenari economici post-covid sono chiamati invece Francesco Daveri, professor of Practice di Macroeconomics e direttore Full-Time MBA SDA Bocconi School of Management, e Massimo Fraccaro, responsabile L’Economia del Corriere della Sera; seguirà, poi, l’intervento di Antonio Calabrò, direttore Fondazione Pirelli, vicepresidente Assolombarda e presidente Musei Impresa: con “Cultura e impresa: un binomio vincente”, chiuderà la sessione speciale del progetto CROSSINNO Interreg Italia-Austria che vedrà anche le testimonianze di Giovanni Bonotto (Bonotto), Carlos Santos (Amorim Cork Italia), Damiano Ghini (Lavanderia Adriatica) ed Edi Meneguzzi (3MC).

Sarà, invece, un dialogo su “Lean, strategia per l’eccellenza” quello tra Riccardo Pavanato, amministratore delegato auxiell, autore di The lean book. Come creare processi efficaci ed efficienti in ogni organizzazione (Guerini Next), e Federico de’ Stefani, amministratore delegato Sit.

E ancora: Martha Friel, docente di Management del turismo Università IULM di Milano, parlerà di turismo industriale e made in Italy, presentando i dati raccolti tra i visitatori delle ultime due edizioni di Open Factory, mentre con il direttore generale di Fondazione AIRC Niccolò Contucci si parlerà di “ricerca e impresa: prove di dialogo”. A parlare di moda sostenibile, invece, si avvicenderanno Fulvia Bacchi, direttore UNIC-Unione nazionale industria conciaria, Andrea Batilla, creative strategist, autore di Instant moda (Gribaudo), Eleonora Di Maria, docente di Economia e gestione delle imprese Università di Padova, e Luca Vignaga, amministratore delegato MarzottoLab.

La seconda parte di Open Factory 2020 si aprirà con un dialogo tra Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, co-autore di Riscatto. Bergamo e l’Italia. Appunti per un futuro possibile (Rizzoli), e Dario Di Vico, giornalista Corriere della Sera, mentre Mara Di Giorgio, amministratore delegato Cherry, e Silvia Zanella, manager, esperta di futuro del lavoro, autrice de Il futuro del lavoro è femmina (Bompiani), discuteranno di futuro del lavoro.

La parte conclusiva di Open Factory 2020 si aprirà con un dialogo tra Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, co-autore di Riscatto. Bergamo e l’Italia. Appunti per un futuro possibile (Rizzoli), e Dario Di Vico, giornalista Corriere della Sera, mentre il direttore del Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo, Salvatore Majorana, discuterà con Nicola Saldutti, caporedattore Economia Corriere della Sera, di “Imprese, la svolta digitale”. Seguiranno Mara Di Giorgio, amministratore delegato Cherry, e Silvia Zanella, manager, esperta di futuro del lavoro, autrice de Il futuro del lavoro è femmina (Bompiani), per approfondire il tema del futuro del lavoro.

La chiusura di Open Factory 2020, sul tema “Cultura è Manifattura” è invece affidata a Stefano Micelli, docente di International management Università Ca’ Foscari Venezia, presidente Manifattura Milano, Franco Mosconi, docente di Economia e politica industriale Università di Parma, e Luisella Altare, regional manager Nord Est UniCredit.

Come partecipare agli eventi

Sul sito www.open-factory.it è possibile il programma completo della diretta di Open Factory, con l’elenco delle aziende partecipanti e gli orari degli interventi degli ospiti. La diretta di Open Factory sarà disponibile su:

Hashtag ufficiale della manifestazione #openfactory.

Il piacere della tavola non si ferma. Sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre 30 Fabbriche del Gusto aprono le porte per WeFood

Se c’è un settore che ha reagito meglio di altri alla crisi dei mesi scorsi questo è l’agroalimentare. E dentro questo comparto a prevalere è il Wine & Food di alta qualità, di cui il nostro Paese è diventato negli anni sempre più punto di riferimento internazionale.

Certo, la ristorazione ha patito e sta patendo molto questa difficile situazione, ma, anche all’interno di questa nicchia, si deve distinguere tra la ristorazione di eccellenza che, ad eccezione delle metropoli e delle città d’arte, ha ripreso con ottimi risultati, e chi invece opera nella ristorazione legata ai luoghi di lavoro.

Il tema che si è imposto a tutti i livelli è stata la capacità di continuare a produrre o a consumare in ambienti dove siano stati garantiti spazi, distanziamento e sicurezza igienico sanitaria.

Proprio per questi motivi, WeFood, la manifestazione che ogni anno apre le porte ai visitatori delle “Fabbriche del Gusto”, acquista un valore particolare. Grazie a partner come Grana Padano, Lattebusche, Rigoni di Asiago, Berto’s, Agugiaro & Figna, e con il sostegno in alcune regioni di realtà come La Strada del Vino e dei Sapori del Friuli Venezia Giulia, sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre sarà possibile visitare 30 tra le migliori cantine, distillerie, produzioni di birre artigianali, caseifici, salumifici, laboratori di cioccolato e dolci tipici, produttori di paste alimentari e di farine sparsi tra l’Emilia, il Veneto, Il Trentino e il Friuli Venezia Giulia.

Visite guidate, laboratori, showcooking e degustazioni permetteranno ad un vasto pubblico, limitato negli accessi da stringenti misure di sicurezza, di cogliere i segreti delle produzioni di qualità. Una scelta, quella di realizzare gli incontri in sicurezza e in presenza, che tende a dare concreta dimostrazione tutti, anche di come la filiera agroalimentare sia oggi talmente sicura da superare ogni tipo di esame igienico e sanitario.

Considerando il numero limitato di posti a disposizione le prenotazioni per visitare le Fabbriche del Gusto sono già state numerose, indice che, garantendo la sicurezza il pubblico sta apprezzando la possibilità di entrare nel vivo dei luoghi produttivi e scoprire i segreti di prodotti che contribuiscono al piacere della tavola. Per prenotare le visite tutte gratuite, è sufficienti consultare il sito www.wefood-festival.it

La manifestazione è promossa da ItalyPost, con la collaborazione per il triveneto della Guida Venezie a Tavola.

Veneto terra di sapori, tra cantine, pasta, formaggi e distillati

Partendo dal Veneto, i visitatori avranno a disposizione tantissime tappe per scoprire i prodotti di eccellenza del territorio. In particolare, gli amanti del vino avranno l’occasione di entrare in cantine e aziende vitivinicole che fanno della valorizzazione dei vitigni autoctoni la loro missione. È il caso di ioMazzuccato, azienda vitivinicola di Breganze, ai piedi dell’altopiano di Asiago, che dispone di 25 ettari di vigneti in collina, tra Cabernet e Merlot, l’autoctono Vespaiolo, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay e Carmenere. Sempre nel vicentino, a Costabissara, aprirà le sue porte anche Cantina Ongaresca, la cui filosofia si fonda sull’equilibrio tra rispetto per il territorio e innovazione: con 11 ettari di vigneti e una produzione di 35mila bottiglie, la cantina offre una gamma selezionata di prodotti, dal Merlot al Pinot Grigio delle Venezie, dal Sauvignon allo spumante. Anche in provincia di Verona apriranno le loro porte delle pregevoli realtà, come la Cantina F.lli Zeni, a Bardolino, la cui storia risale addirittura al 1870: da allora il legame con la terra, la forte passione per la vigna e l’attitudine al commercio vengono perseguiti di generazione in generazione. Altro grande protagonista del veronese è il Valpolicella e sarà presentato dalla Società Agricola Eleva collocata in luogo magico a 300m sul livello del mare. Nel padovano nel cuore del Parco Regionale dei Colli Euganei presso l’Azienda Agricola Maeli si potrà, invece, degustare il pregiato Moscato Giallo Fior d’Arancio, declinato in cinque versioni differenti. Infine, per aggiungere un po’ di dolcezza, Tenuta San Giorgio con Ciottoli del Piave propongono una duplice attività: una visita guidata alla cantina di Tenuta San Giorgio con visita allo spazio degustazione, e a seguire una visita guidata dal titolo “Dolcezze del Piave” dove verrà presentato il tipico dolce di San Martino.

Per chi preferisce “salire un po’ di grado”, sarà possibile poi visitare l’Antico Laboratorio San Giuseppe, un piccolo liquorificio artigianale situato presso Villa Angaran San Giuseppe dei Padri Gesuiti a Bassano del Grappa (Vicenza), dove potrà scoprire i segreti degli amari, dei liquori e degli infusi d’erbe prodotti “come una volta”. Sempre in provincia di Vicenza, a Costabissara, aprirà le sue porte anche l’antica Distilleria Schiavo, fondata nel 1887 e condotta di padre in figlio per cinque generazioni. Qui il visitatore potrà scoprire la distilleria e il museo aziendale e degustare una grappa di nicchia di altissima qualità.

Ma le Fabbriche del Gusto che apriranno le loro porte in Veneto non proporranno solo vini e distillati. Spostandosi in provincia di Padova, si potrà poi scoprire la realtà del giovane pastificio artigianale biologico VisVita di San Martino di Lupari, che racconterà l’arte di fare la pasta con un occhio alla qualità e alla sostanza: per i suoi prodotti, infatti, utilizza solo una farina ricca di vitamine e minerali ottenuta da cereali italiani macinati a pietra. Mentre da Berto’s, a Tribano, uno dei simboli del food equipment made in Italy, propone uno showcooking a cura della chef Erika Coromer (Cuoca Paglia) dal titolo “Rivisitazione dell’oca in onto con polenta biancoperla al tartufo autunnale, terra di zucca e chips di topinambur” che verrà realizzato attraverso l’uso delle attrezzature Berto’s.

In Trentino alla scoperta della birra artigianale

Spostandosi in Trentino, gli amanti dei gusti autentici avranno l’opportunità di scoprire alcune realtà di eccellenza, come il Birrificio Bionoc’ di Mezzano di Primiero (Trento), nato nel 2012 per diffondere la cultura della birra artigianale attraverso lo sviluppo di prodotti di alta qualità e rispettosi delle materie prime. Tutte le birre prodotte non sono pastorizzate né filtrate per non alterarne le proprietà organolettiche. Inoltre, tutta la fase produttiva è particolarmente sensibile alla salvaguardia dell’ambiente: si tratta infatti di uno dei pochi birrifici in Italia ad essere alimentato esclusivamente da energia proveniente da fonti rinnovabili.

Immerso nel verde della Valle S. Felice, nel cuore della Val di Gresta, si trova Naturgresta, caratterizzata da due laboratori certificati: l’opificio e il laboratorio erboristico. Le visite previste sono volte alla conoscenza delle erbe e ai metodi di lavorazione, artigianali, per la loro trasformazione. Sempre in Val di Gresta aprirà le porte l’Azienda Agricola Artigiana Ivo Gelmini, con un’estensione di 8 ettari dove vengono coltivati in prevalenza ortaggi. Durante la visita sarà offerta ai visitatori la possibilità di conoscere la storia dell’azienda e il funzionamento della filiera.

In Friuli Venezia Giulia un weekend di dolci tradizioni

Proseguendo il viaggio alla scoperta del gusto, ci si potrà spostare in Friuli Venezia Giulia, dove sarà possibile addentrarsi nei segreti della tradizione dolciaria regionale: a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, infatti, la cioccolateria artigianale Adelia Di Fant svelerà tutti i segreti del cacao, facendo vedere dal vivo la lavorazione del cioccolato e la sua trasformazione in tavolette, praline e crema spalmabile. Ma nel laboratorio artigiano le sorprese non sono finite: i visitatori potranno anche scoprire tutta la linea di distillati prodotti “come una volta”, dalle grappe agli amari alle erbe, dai liquori alla frutta sotto spirito. E se si vorrà proseguire con la degustazione delle grappe del territorio, spostandosi a Nimis (Udine), si potrà conoscere da vicino l’antica Distilleria Ceschia, che, pur essendo entrata a far parte del grande Gruppo Molinari, continua a utilizzare il metodo di distillazione artigianale. Simbolo della tradizione dolciaria delle Valli del Natisone è la gubana e la si potrà scoprire nell’azienda famigliare Dorbolò Gubane, giunta ormai alla gestione della terza generazione. Seguendo la ricetta originale della fondatrice i dolci vengono preparati con una pasta dolce lievitata e farcita di noci, uvetta e pinoli, ai quali si possono aggiungere a piacimento mandorle, cubetti di arancio e nocciole, il tutto amalgamato con zucchero, liquori, sale, limone e vaniglia. Gli appassionati di birra artigianale, invece, potranno sbizzarrirsi al Birrificio Foràn, a Castions di Strada, in provincia di Udine. Flavio e Ivano Mondini, titolari dell’omonima azienda agricola che la famiglia porta avanti da generazioni, hanno da poco concluso un percorso che li ha portati a trasformare l’orzo da loro coltivato in prodotto finito, la birra. Dopo una prima esperienza di maltazione e birrificazione con la rete Asprom e i corsi per imprenditori della birra dell’Università di Udine, i tempi sono stati maturi per avviare la produzione in proprio e da marzo 2019 è attivo l’impianto da 5 ettolitri, da cui escono ad oggi cinque diversi tipi di birra. Per coloro che invece preferiscono il vino potranno visitare l’Azienda Agricola Zidarich, nel cuore del Carso Triestino, a Duino Aurisina dal 1988. Verrà presentato l’intero processo produttivo vitivinicolo in un luogo suggestivo, quale la cantina Zidarich di 5 piani e interamente scavata nella roccia.

Tappa in Emilia-Romagna, tra latte e formaggi

Ma il tour alla scoperta delle Fabbriche del Gusto non è ancora finito. Da non perdere infatti sono le realtà della terra emiliano-romagnola, ricca di prodotti tutti da gustare. Si parte con il Caseificio Borgonovo, nella piccola frazione di Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza, che dal 1978 produce ricotta, Grana Padano e “Cacio del Po”, formaggio dal gusto tipico del territorio: una vera e propria istituzione nei sistemi di lavorazione tradizionali dei prodotti caseari. Il tour si conclude in provincia di Parma, a Zibello, con l’Azienda Cacciali Graziano che oltre alla produzione di formaggio, aderisce al Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello DOP.

Gli showcooking

Anche per questa edizione di We-Food sono stati invitati alcuni dei più importanti chef della guida Venezie a Tavola per showcooking presso i seguenti ristoranti: Hotel Ristorante Aldo Moro con la chef Silvia Moro, Valbruna con lo chef Davide Tangari, Trattoria Laguna di Alvise Ballarin con lo chef Alvise Ballarin, L’Artigliere con lo chef Davide Botta. Tutti gli showcooking avranno come tema centrale le farine del partner Molino Agugiaro & Figna e verranno interpretate in vari modi dai protagonisti degli eventi.

Come partecipare

Tutti possono partecipare a WeFood e tutti gli eventi di WeFood sono a ingresso libero: è solamente richiesta, per ragioni organizzative e di sicurezza, la prenotazione alle visite e agli eventi di proprio interesse sul sito internet www.wefood-festival.it, in corrispondenza di ciascuna azienda visitabile.

Le dichiarazioni dei promotori e partner

Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost e promotore di WeFood: «Un tema che si è imposto in questi ultimi mesi, dopo che siamo usciti dalla fase di quello che viene chiamato l’overtourism, è la valorizzazione di realtà definite un tempo marginali per il settore turistico. Aprire le Fabbriche del Gusto, come noi le chiamiamo, collocate in paesaggi splendidi del nostro Paese, è dunque una operazione che non solo punta alla valorizzazione di prodotti enogastronomici di eccellenza, ma soprattutto a favorire quella forma di turismo culturale enogastronomico che è la formula che si è rivelata vincente per WeFood. E se questo era vero per il passato, tanto più lo è per questo difficile presente e lo sarà per i prossimi anni».

Lucio Gomiero, direttore generale PromoTurismoFVG: «Quello che propone il format di WeFood, cioè l’accoglienza turistica nelle aziende enogastronomiche, è un elemento sempre più importante nel settore del turismo e continuerà a esserlo anche prossimamente, in particolare per turisti privati o piccoli gruppi che decidono di abbinare la proposta food&wine alla scoperta del territorio. Il progetto della Strada del Vino e dei Sapori del Friuli Venezia Giulia, la nostra “Route 63”, in questo senso è un esempio virtuoso e a oggi raccoglie più di 400 aderenti: da anni accompagna l’enoturista a conoscere vigneti, coltivazioni, allevamenti, aziende agricole, strutture ricettive, ristoranti, enoteche, produzioni tipiche di qualità, svelandone la grande varietà e le molte biodiversità. Per PromoTurismoFVG, inoltre, collaborare con Italy Post significa lavorare su un mercato di prossimità importante come il Veneto, che da sempre consideriamo strategico in termini turistici».

Renato Zagini, presidente Consorzio Grana Padano: «Aprire i caseifici del Grana Padano, il formaggio DOP più consumato al mondo, è una scelta di speranza che condividiamo nel Programma WeFood, rinnovando la partnership con “Venezia a Tavola”. Nel rispetto del DPCM anti Covid i visitatori vivranno l’occasione unica di vedere nascere una forma, rito millenario nella pianura del Po e che il lockdown non ha fermato. Per garantire ad ogni consumatore un tesoro di qualità garantita, proprietà nutritive e gusto, dando alla vita un sapore meraviglioso». 

Andrea Rigoni, presidente Rigoni di Asiago: «La nostra vocazione, ieri come oggi, è quella di offrire prodotti biologici, buoni per l’uomo e per l’ambiente. Abbiamo un legame profondo con il territorio che, da sempre, ci impegniamo a favorire e sostenere. Per questo, siamo felici di essere anche quest’anno partner di un’importante manifestazione come WeFood, la quale promuove le realtà e le eccellenze enogastronomiche del nostro Paese».

Matteo Bortoli, responsabile Marketing Strategico e Comunicazione Lattebusche SCA: «Lattebusche è una moderna azienda, nata nel 1954, che da sempre produce nel pieno rispetto del territorio, fonte della propria materia prima, il latte, che proviene esclusivamente dalle aziende agricole dei propri Soci produttori. Oltre alla protezione della filiera produttiva, l’impegno è stato sempre quello di garantire il consumatore con elevati standard qualitativi e igienico-sanitari, investendo negli impianti e sviluppando numerosi e rigorosi controlli lungo tutta la filiera».

Dal 10 al 13 settembre torna a Vicenza (dal vivo e in digitale) il Festival Città Impresa

Le strategie da mettere in atto per tornare a crescere dopo l’annus horribilis del coronavirus. Sarà questo il focus della 13^ edizione del Festival Città Impresa, luogo di dibattito nazionale sulle questioni chiave dell’economia e della società contemporanea, che da giovedì 10 a domenica 13 settembre torna a Vicenza, sei mesi dopo la sua programmazione originaria per ovvi motivi sanitari, ma con in cantiere una serie di importanti novità. Prima tra tutte, la direzione dell’appuntamento, per la prima volta nelle mani di Raffaella Polato, inviato speciale de L’Economia del Corriere della Sera.

Promosso da ItalyPost, L’Economia del Corriere della Sera e Comune di Vicenza, in collaborazione con la Commissione Europea, il sostegno di Intesa Sanpaolo e Lago in veste di main partner e a cura di Goodnet Territori in Rete, il Festival farà il punto sugli enormi cambiamenti che stanno investendo l’economia reale e finanziaria in questo difficile 2020, radunando a Vicenza esperti, opinion maker, ben 30 imprenditori Champion – rappresentanti di quelle aziende al centro dell’indagine condotta da ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera sulle imprese che hanno battuto la crisi e che continuano a crescere nonostante la difficile congiuntura – per una tre giorni nella quale interverranno oltre 120 relatori in circa trenta eventi.

Il Festival, nato con l’obiettivo di innescare il dibattito sulle questioni chiave dell’economia instaurando una relazione più diretta tra imprenditori e territorio, quest’anno ha dovuto rimodulare i suoi temi alla luce dei cambiamenti innescati dall’emergenza sanitaria. L’appuntamento si configura dunque come una prima grande occasione per riflettere dal vivo sulle strategie da adottare e sulle sfide da cogliere in questa complicata fase della vita economica e sociale del Paese.

Una delle sfide chiave in questo momento è legata al mondo della formazione, delle competenze e della valorizzazione delle risorse umane, e proprio di questo si discuterà nell’evento di anticipazione del Festival, giovedì 10 settembre nella sede di CUOA Business School ad Altavilla Vicentina, dove Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca, affronterà i temi relativi alla formazione nell’incontro dal titolo “Curare il capitale umano”.

La tre giorni vicentina prenderà ufficialmente il via venerdì 11 settembre a Palazzo Chiericati, dove il dibattito vedrà tra i suoi protagonisti Giuseppe Bono, amministratore delegato Fincantieri e presidente Fondazione Nord Est, Lucia Aleotti consigliere di Menarini Group e Andrea Pontremoli, amministratore delegato e direttore generale Dallara, e verterà su un tema di assoluta attualità: “Perché è il momento di investire in Italia”.

I tre giorni di dibattito proseguiranno poi con numerosi confronti che avranno come tema centrale le strategie di ripartenza per le imprese, individuate nella sfida della digitalizzazione e del 4.0, nella sostenibilità come fattore competitivo, nella formazione continua e nella semplificazione dei processi, ma si parlerà anche di rapporto tra Stato e imprese e del decisivo tema dell’erogazione dei fondi europei a sostegno dell’economia.

A discutere di tali questioni chiave saranno presenti numerosi esponenti del mondo di Confindustria, primi tra tutti Maria Cristina Piovesana, neo vicepresidente nazionale e Carlo Robiglio, presidente nazionale di Piccola Industria, ma anche Luciano Vescovi, presidente Confindustria Vicenza, Antonio Calabrò, direttore Fondazione Pirelli e vicepresidente Assolombarda e Confindustria Torino, e Fabio Storchi, presidente Unindustria Reggio Emilia.

Ma i protagonisti saranno soprattutto gli imprenditori, che si confronteranno sul futuro dell’economia in numerosi panel: tra gli altri ci saranno Alberto Bombassei, presidente Brembo, Enrico Marchi, presidente Save, Davide Bollati, presidente Davines, Antonella Candiotto, presidente Galdi, Diego Bolzonello, amministratore delegato Scarpa, Federico Visentin, presidente e amministratore delegato Mevis e presidente CUOA Business School, Daniele Lago, amministratore unico Lago, Massimo Carboniero, presidente UCIMU – Sistemi per produrre, Corrado Peraboni, amministratore delegato Italian Exhibition Group.

A Vicenza saranno presenti anche i grandi nomi del dibattito economico e politico, a partire dal Ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano e Giancarlo Giorgetti, vicesegretario federale Lega e già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ci saranno inoltre Aldo Bonomi, sociologo Aaster,  Marco Bentivogli già segretario della Fim Cisl, il suo successore Roberto Benaglia, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana,  il sociologo Ilvo Diamanti, Francesco Giavazzi, docente di Economia politica all’Università Bocconi, Francesco Daveri, dell’Università Bocconi, Silvia Merler, responsabile della ricerca di Algebris,  Stefano Micelli, docente di Economia e gestione delle imprese all’Università Ca’ Foscari Venezia e presidente Progetto Manifattura Milano, Lorenzo Bini Smaghi, presidente Société Générale, già membro del comitato esecutivo BCE Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, Pietro Ichino, docente di Diritto del Lavoro Università di Milano e autore de L’intelligenza del lavoro (Rizzoli), Gregorio De Felice, economista, nonché giornalisti, docenti, esperti e opinion makers, Franco Mosconi, docente all’Università di Parma, Veronica De Romanis, docente alla Luiss. Ospite d’eccezione sarà Vittorio Colao che interverrà probabilmente in video (per le difficoltà relative agli spostamenti internazionali) ma che non ha escluso di riuscire ad esserci in presenza.

Interverranno anche i primi cittadini delle due città che ospitano a pochi mesi di distanza le diverse edizioni del Festival Città Impresa, cioè Bergamo con Giorgio Gori e Vicenza con il sindaco Francesco Rucco, nonché i presidenti di Confartigianato e Cna, protagonisti di due eventi dedicati al mondo della piccola impresa.

Le sezioni tematiche: lean management e finanza con 30 imprenditori champion da tutta Italia

La kermesse da quest’anno, come si diceva, ha in serbo delle importanti novità: infatti, per la prima volta affiancherà ad una parte generale di eventi con i grandi nomi del dibattito economico e del mondo delle imprese anche due sezioni tematiche, ciascuna composta da cinque incontri, che si svolgeranno tra il pomeriggio di venerdì 11 settembre e l’intera giornata di sabato 12 settembre. La prima sezione, organizzata in partnership con auxiell, sarà dedicata al mondo del lean management e dei processi organizzativi, con imprenditori come Gilda D’Incerti, ad di PQE group, Nicola Michelon, ad di Unox, Eraldo Peccetti, presidente Colines, Andrea Bolla, ad Vivigas Energia, Luca Mantovani, ad Eigenmann & Veronelli, Marco Moro, presidente Morocolor, Massimo Nerenesini, ad Sicit Group, Leopoldo Destro, ad Aristoncavi, Giuseppe Presotto, ad Arblu, Marco Mantellassi, ad Manteco, Luca Vignaga, ad Marzotto Lab e Marco Sanavia, amministratore delegato Pal Zileri – Forall Confezioni La seconda sezione, organizzata in partnership con Equinox, sarà invece dedicata al tema della finanza, con imprenditori come Federico De Stefani, presidente e ad Sit, Antonello Marcucci, presidente UmbraGroup, Nicoletta Azzi, ad Panguaneta, Oscar Marchetto, presidente Somec, Francesco Nalini, ad Carel industries, Enrico Berto, ad Berto’s, Otello Dalla Rosa, ad Euromeccanica Group, Stefano Bertoli ad Quid Informatica, Michele Cei, ad Seavision, Carlo Caserini, presidente KFI e Filippo Girardi, presidente Midac.

La conclusione dedicata ai protagonisti del futuro 

La domenica pomeriggio il Festival si chiude con due eventi fortemente evocativi. Il primo, dedicato al ruolo e alla crescente forza delle donne nei diversi ambiti professionali, prenderà le mosse dal libro di Silvia Zanella “Il futuro del lavoro è femmina” (Bompiani). Il secondo vedrà protagonista il giovanissimo Antonio Nicoletti del gruppo di economisti  suoi coetanei che si sono raccolti nel gruppo “Tortuga” che hanno prodotto il libro, edito da Egea, “Ci pensiamo noi”.

La nuova formula di Festival “Live & Digital”: Prodi, Gentiloni, Bonino

Ma le novità non sono finite. Parallelamente al Festival fisico, “in presenza”, gli organizzatori hanno voluto affiancare una edizione digitale per coinvolgere tutti gli spettatori che per problemi di spostamento non potranno partecipare al lungo weekend vicentino. Verrà così proposta una sezione ad hoc per valorizzare i contenuti e gli ospiti della manifestazione attraverso i suoi canali social. Inoltre, ci sarà una sezione speciale diretta da Dario Di Vico, inviato del Corriere della Sera, con interviste a tre personaggi chiave del dibattito politico ed economico italiano ed europeo come Romano Prodi, Emma Bonino e Paolo Gentiloni.

Il Premio Letteratura d’Impresa

Il Festival quest’anno porta un ulteriore elemento di novità rispetto al passato, ospitando, nella mattinata di sabato 12 settembre, la presentazione della prima edizione del Premio Letteratura d’Impresa. Il concorso, promosso da ItalyPost e CUOA Business School, si propone di favorire la produzione e la diffusione di testi, materiali multimediali e ricerche che raccontino e analizzino la peculiarità del sistema produttivo italiano con la finalità di promuovere una “nuova narrazione” dei sistemi imprenditoriali. La selezione delle opere avverrà tramite tre diversi organi: il Comitato dei Selezionatori, il Comitato Tecnico e la Giuria dei Lettori. La prima edizione del Premio, che verrà presentata a Vicenza da Antonio Calabrò, direttore Fondazione Pirelli, vicepresidente Assolombarda, presidente Musei d’Impresa e presidente del Comitato dei Selezionatori, e da Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost, si chiuderà nel 2021 con la cerimonia di consegna del Premio durante il prossimo Festival Città Impresa di Vicenza, che si svolge tradizionalmente in primavera. 

Informazioni utili

CITTÀ IMPRESA SULLA RETE. Punto di riferimento per aggiornamenti in progress sul Festival Città Impresa è il sito internet, www.festivalcittaimpresa.it, dove è possibile consultare il calendario degli eventi per data, luogo, relatore e sezione, registrarsi agli appuntamenti in programma e creare così il proprio calendario personalizzato. È anche attiva la comunità di Facebook (alla pagina ufficiale https://www.facebook.com/festivalcittaimpresa) e di Twitter (disponibile al profilo https://twitter.com/citta_impresa); hashtag ufficiale della manifestazione #cittaimpresa.

COME PARTECIPARE AGLI EVENTI. Tutti gli eventi sono a ingresso libero. I posti in sala sono limitati: per avere garanzia di accesso, è necessario registrarsi all’evento sul sito www.festivalcittaimpresa.it. Per procedere alla registrazione, scegliere l’appuntamento di proprio interesse all’interno della sezione “Programma” e seguire le indicazioni. In ogni caso, per i registrati online l’accesso in sala è garantito solo presentandosi almeno 10 minuti prima dell’inizio dell’evento; eventuali posti non utilizzati saranno messi a disposizione di chi effettua la registrazione in loco.

Le dichiarazioni dei promotori e partner

Filiberto Zovico, fondatore del Festival Città Impresa e di ItalyPost: «Siamo in una fase difficilissima della vita del nostro Paese, nella quale bisogna convivere con il virus cercando di tornare alla normalità in massima sicurezza. Dopo mesi di lockdown, non vogliamo e non possiamo permettere a pochi irresponsabili che si assembrano senza rispettare le norme di sicurezza, di impedire alla stragrande maggioranza che rispetta le regole, di ritrovarsi in maniera sicura a discutere e confrontarsi su temi strategici del futuro del Paese come vogliamo fare in questa XIII edizione del Festival. Per questa ragione il Festival Città Impresa, così come sta accadendo per altre importanti manifestazioni, si svolgerà principalmente, come si dice oggi, in presenza, in luoghi sicuri e controllati, ma dal vivo. Perché se è pur vero che le nuove tecnologie sono di grande aiuto e ci permettono, come faremo noi stessi trasmettendo tutti gli eventi in una lunga diretta di tre giorni sui canali digitali, di operare da remoto, discutere e confrontarsi a tu per tu tra persone reali è un passo fondamentale per proseguire dentro un quadro di nuova normalità a vivere, studiare e produrre in piena sicurezza».

Francesco Rucco, sindaco e presidente della Provincia di Vicenza: «È un evento importante dopo la pandemia che ha messo a dura prova il mondo del lavoro e che rappresenta ancora un’incognita per il futuro. Il mondo politico ha la possibilità di confrontarsi con le categorie economiche per cercare un rilancio condiviso del comparto produttivo attraverso il dialogo con illustri personaggi dell’imprenditoria, della finanza, del giornalismo e dell’università. Ciò aiuterà a valutare attentamente gli scenari futuri in modo da uscire concretamente da questa crisi».

Federico Visentin, presidente CUOA Business School: «Siamo felici di essere partner di Vicenza Città Impresa anche quest’anno. Stiamo attraversando un momento molto complesso e di grande incertezza, che richiede sforzi notevoli. Come Business School abbiamo la ferma convinzione che si potrà andare oltre la fragilità solo con competenze forti. Lavoriamo incessantemente con persone e imprese per accompagnarle nel loro percorso, per fornire strumenti, metodi, ma anche e soprattutto consapevolezza, la visione giusta per prendere le decisioni, certamente coraggiose, che sono necessarie nei momenti di crisi. Il punto di partenza deve essere la cura e lo sviluppo del capitale umano».

Agostino Bonomo, presidente Confartigianato Imprese Vicenza e Veneto: «La nostra presenza al Festival quest’anno assume un particolare valore. Città e imprese sono, infatti, le due macro dimensioni che devono maggiormente ripensare al loro futuro in chiave nuova. In questo contesto, la strada intrapresa da Confartigianato nella direzione delle nuove tecnologie ha dimostrato che è quella giusta anche per le piccole e medie imprese. Il digitale e il tema della robotica collaborativa e quella “indossabile” (temi oggetto di un approfondimento nel Festival) possono favorire la competitività delle aziende sui mercati domestici e internazionali. Parte integrante di questo processo è la formazione degli imprenditori, dei collaboratori e delle nuove generazioni, quel “capitale umano” che è centrale per lo sviluppo che va ripensato in chiave sostenibile, affinché città e imprese continuino ad essere il fulcro della vita economica e sociale del nostro Paese».

Alessandro Leone, direttore generale CNA Veneto Ovest: «Rinnoviamo la nostra presenza al Festival Città Impresa con un evento che porterà a terra molte riflessioni del dibattito pubblico di queste settimane. In concomitanza con Voice abbiamo scelto di concentrarci sul settore orafo, verso un nuovo progetto di filiera basato sui giovani. Getteremo le basi per replicare anche qui il modello di successo realizzato dal distretto di Valenza Po dalla fondazione “Mani Intelligenti”, che grazie alla sinergia tra grandi brand, imprese locali e istituzioni ha ridisegnato l’intero sistema educazionale del settore».

Daniele Lago, Ceo & Head of Design Lago: «Nel nostro piccolo, come Lago, contribuiamo ad alimentare la comunità di coraggio per uscire da questo momento di stallo. Credo che questa sia un’occasione per ripartire in maniera un po’ più saggia grazie a dei temi che erano già attuali ai tempi pre-Covid e che oggi sono di primaria importanza. La cultura digitale, ad esempio, è un tema che deve riguardare tutte le persone che partecipano all’azienda e non un singolo dipartimento, diventando quindi un tema culturale. Anche la coesione sociale: le imprese e la società sono fatte di esseri umani e c’è bisogno di concertare tutti per produrre valore per raggiungere progresso vero, reale. Non trascurabile infine l’aspetto legato all’ambiente. In questo contesto sono la capacità e la determinazione che ci aiutano a risolvere e ad affrontare tematiche molto complesse. Questa è la ricetta che cerchiamo di applicare tutti i giorni e che, fortunatamente, ci ha fatto tornare già oggi ai livelli degli ordinativi 2019».

Matteo Bortoli, responsabile Marketing Strategico e Comunicazione Lattebusche SCA: «La sostenibilità è da sempre un punto cardine di Lattebusche. Per questo produce nel pieno rispetto del territorio, fonte della propria materia prima, il latte, che proviene esclusivamente dalle aziende agricole dei propri Soci produttori. Oltre alla protezione della filiera produttiva, l’impegno è stato sempre quello di garantire il consumatore con elevati standard qualitativi e igienico-sanitari, investendo negli impianti e sviluppando lungo tutta la filiera produttiva numerosi e rigorosi controlli».

Riccardo Pavanato, partner e amministratore delegato auxiell: «Abbiamo sperimentato sul campo che il lean system è risultata la strategia più adatta ad affrontare questa situazione di difficoltà. Per questo anche quest’anno auxiell affianca il Festival Città Impresa, con cui ha deciso di promuovere la sezione del festival dedicata al sistema lean. L’evento sarà l’occasione per condividere le soluzioni adottate da aziende vincenti prima e durante la crisi grazie all’applicazione di princìpi e tecniche lean, coerentemente con il nostro why Creare esempi, attraverso l’esempio».

Andrea Bovone, partner Equinox Private Equity: «Equinox è una società di Private Equity che investe in società italiane nel segmento mid-market, attraverso operazioni prevalentemente di co-controllo, ovvero assumendo posizioni di maggioranza o minoranza qualificata. L’operatività di Equinox si basa su un approccio fortemente industriale, volto a comprendere le esigenze degli imprenditori e delle imprese partecipate, al fine di formulare le più opportune strategie di crescita e di creazione di nuovo valore economico. Equinox III SIF-SLP è il fondo attualmente in fase di investimento ed ha chiuso il proprio processo di raccolta con una dotazione patrimoniale di oltre 360 milioni di euro di commitments sottoscritti da alcuni tra i maggiori investitori istituzionali italiani ed ha diversi investitori privati e family offices».

I festival del futuro? Live & Social. La nostra formula per gli eventi culturali dei prossimi anni

Quali scenari si aprono per i festival culturali nell’epoca post-covid19? ItalyPost ha studiato in queste settimane di lockdown la formula per allargare il pubblico dei propri festival, per offrire contenuti ancora più di qualità e per garantire sia l’esperienza di incontro fisico che digitale.
 
Per questo da settembre, quando avranno luogo Città Impresa-Festival dei Territori Industriali (Vicenza, dal 10 al 13 settembre), Trieste Next-Festival della Ricerca Scientifica (25-27 settembre) e Galileo Festival della Ricerca e dell’Innovazione (12-18 ottobre) la formula organizzativa sarà “Live & Social”.
 
In sostanza, i Festival evolveranno garantendo la presenza fisica di pubblico nei limiti che saranno consentiti dalle normative in vigore al momento ma, grazie a riprese altamente professionali, i Festival saranno trasmessi contemporaneamente in diretta su diverse piattaforme digitali che permetteranno anche a chi non potrà entrare in sala o non potesse viaggiare di seguire l’intera manifestazione.
 
A questa modalità, che rappresenta una accelerata evoluzione di quanto in parte si faceva anche in precedenza, saranno affiancati incontri “fisici e conviviali” con i protagonisti (sempre nei limiti delle normative che saranno in vigore al momento) e contenuti speciali ad hoc realizzati per il pubblico che seguirà la manifestazione sui social.
 
La differenza fondamentale rispetto al recente passato – durante il quale i webinar hanno inflazionato la rete fino a far diventare alienante l’esperienza di vivere davanti allo schermo dei pc – è che anche il pubblico che seguirà in via digitale l’evento, potrà vivere le emozioni che solo l’incontro dal vivo con i protagonisti in sala è in grado di trasmettere.
 
“Live & Social sarà una formula che caratterizzerà d’ora in poi tutti le nostre manifestazioni – dichiarano il fondatore di ItalyPost Filiberto Zovico e il curatore Antonio Maconi di Goodnet Territori in Rete – e costituiranno l’innovativo approdo al quale tutti coloro che vorranno essere produttori di eventi divulgativi di contenuti economici, scientifici e culturali si dovranno conformare. Siamo certi che anche le realtà imprenditoriali partner delle nostre manifestazioni apprezzeranno questa innovazione che porterà più pubblico qualificato a festival che già erano di grandissimo successo”.