di Giulia Basso / Tuttoscienze de La Stampa
Dal 24 settembre la decima edizione del festival dedicato alla scienza e alla divulgazione: “Un decennale pieno di sorprese”
E’ tra i principali festival italiani dedicati alla scienza e quest’anno festeggerà il suo decennale con moltissimi ospiti nazionali e internazionali. Dal 24 al 26 settembre Trieste Next tornerà ad animare il centro storico del capoluogo giuliano con un denso calendario di conferenze e laboratori dedicati al binomio scienza e sostenibilità. Complice l’esperienza della pandemia, il tema del 2021 – “Take care, la scienza per il benessere sostenibile” – pare quanto mai necessario: si ragionerà infatti degli strumenti che la scienza offre per prenderci cura di noi stessi, della collettività e del pianeta che abitiamo.
Saranno un centinaio gli eventi proposti e 200 le attività per le scuole e i visitatori, con una media di cinque appuntamenti in contemporanea per ogni fascia oraria. Duecento i relatori previsti, cui si uniranno oltre 300 ricercatori e studenti provenienti da tutt’Italia e i volontari dell’Università di Trieste, indispensabili per il funzionamento della macchina festivaliera. Anche quest’anno la manifestazione è organizzata dal Comune e dall’Università di Trieste, da ItalyPost, dall’Immaginario Scientifico e dalla Sissa – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, con la co-promozione della Regione Friuli Venezia Giulia, la collaborazione della Commissione Europea nella sua rappresentanza di Milano, la main partnership di Lago e Intesa San Paolo e la sponsorizzazione di AcegasApsAmga.
Come nel 2020 Trieste Next sarà proposto dal vivo, ma anche in digitale, con la trasmissione in diretta streaming delle conferenze sui canali del festival. A fare la forza della manifestazione saranno gli enti del protocollo Trieste Città della Conoscenza – dall’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology all’International Centre for Theoretical Physics, dal parco scientifico nazionale Area Science Park a Elettra Sincrotrone, dall’Osservatorio astronomico di Trieste all’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale – che contribuiranno con i loro scienziati e tante iniziative a un ragionamento sul futuro nostro e del mondo, che spazierà dalle discipline STEM alle scienze umane e sociali.
A questo fertile parterre di scienziati provenienti dagli enti scientifici e accademici del territorio si aggiungerà una nutrita lista di relatori nazionali e internazionali. Ci saranno Viktor Mayor-Schonberger, docente di Internet Governance and Regulation dell’Oxford Internet Institute, e due vincitrici dell’EU Prize for Women Innovators: l’ingegnera dei materiali Ozgë Akbulut e la direttrice dell’Icrea Cmem dell’Università di Barcellona Maria-Pau Ginebra. Oltre a loro l’accademica e senatrice a vita Elena Cattaneo, il giornalista Paolo Mieli, i filosofi Massimo Cacciari e Maurizio Ferraris, l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, e quello di di Eurotech, Paul Chawla, il fisico Federico Faggin, il direttore scientifico della Humanitas University, Alberto Mantovani. Tra le discipline toccate – annuncia il direttore di Trieste Next, Antonio Maconi – ci saranno, sempre in un’ottica di sostenibilità, medicina, agricoltura, Intelligenza Artificiale, robotica, biologia, genetica. Si rinnoverà la collaborazione con la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e partiranno nuove collaborazioni con l’Agenzia Spaziale Europea, con Humanitas Gavezzeni e con Inail, che presenterà il progetto di una mano robotica realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia.
I temi
Analisi dei dati, IA, genetica, medicina personalizzata, ingegneria dei trasporti ed elettrica, architettura sono tra le principali discipline che possono aiutarci a creare un futuro più sostenibile per il pianeta e quindi per noi stessi. L’uso razionale delle risorse energetiche, la creazione di città che non siano solo smart, ma “healthy”, l’impiego dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale in ambito geologico ed epidemiologico, in agricoltura e in medicina sono alcuni degli strumenti che la scienza mette a disposizione per la ricostruzione di un rapporto sostenibile uomo-natura. Negli appuntamenti di Trieste Next la scienza racconterà le sfide che ha di fronte. Dalla pandemia al riscaldamento globale, fino alle cellule umane “impazzite” che, nel cancro, trasformano l’impulso alla mutazione, motore dell’evoluzione, in un processo mortale. Il sistema più efficace che possediamo per “prenderci cura” dell’umanità e della Terra è “Armarsi di scienza”, titolo dell’ultimo libro della senatrice a vita Elena Cattaneo, che presenterà a Trieste Next.
Il futuro
Con Roberto Battiston, docente di Fisica sperimentale dell’Università di Trento, appassionato divulgatore scientifico e già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, a Trieste Next si parlerà di dati e di come questi possono essere impiegati per prevedere e mappare l’andamento di una pandemia, per costruire scenari sul clima del futuro, per ottimizzare reti energetiche e idriche, per controllare processi industriali e colture agricole. In questi mesi ci sono state buone letture dei dati, usate però per creare cattiva informazione. Questo perché i numeri non parlano da soli, ma vanno interrogati con onestà scientifica: dobbiamo usare il nostro spirito critico per non farci ingannare.
Sarà incentrato invece sul mondo vegetale e sui suoi preziosi insegnamenti l’incontro con Barbara Mazzolai, direttrice associata dell’Istituto Italiano di Tecnologia e autrice del volume “La natura geniale” (Longanesi). Quali sono, si chiede Mazzolai, i segreti che potremmo carpire alle piante per realizzare delle tecnologie che ci possano aiutare a costruire un futuro migliore? Le piante hanno un’incredibile capacità d’adattamento all’ambiente e hanno fatto della lentezza l’origine della loro resilienza, contrariamente al mondo animale, che si è evoluto privilegiando movimento e velocità. Con l’inventrice del primo robot della storia ispirato al mondo delle piante ci si addentrerà in un’appassionante esplorazione della natura.
Ancora, con Alberto Piazza, professore emerito di Genetica umana all’Università di Torino, si parlerà di come il destino del singolo essere umano non sia interamente scritto nei suoi geni e delle insidie del determinismo genetico. Il nostro stato di salute è determinato solo per il 50% dal patrimonio genetico. L’altro 50% dipende dall’interazione tra i geni (interattoma) e da quella con l’ambiente esterno (epigenetica), spiega Piazza nel suo ultimo libro, “Genetica e destino” (Codice edizioni).